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 2015  ottobre 27 Martedì calendario

La privatizzazione ha un’importanza che va ben oltre i 3 miliardi di euro incassati dal ministero dell’Economia. Edoardo Narduzzi ci spiega perché per l’economia italiana la privatizzazione di Poste equivale a uno sbarco in Normandia

Oggi le azioni di Poste Italiane  debuttano in borsa. La privatizzazione ha un’importanza che va ben oltre i 3 miliardi di euro incassati dal ministero dell’Economia e anche il fatto che segna una discontinuità dopo una lunga stagione di privatizzazioni annunciate ma mai realizzate. Poste, con tanti investitori istituzionali internazionali presenti nel suo azionariato e attivi al momento delle assemblee, inaugura una stagione nuova per il capitalismo di Stato. Niente potrà più essere come prima, quando nel passato di Poste strategia e scelte di investimento le decidevano soprattutto i sindacati. Poste privatizzata non potrà più essere un atipico ammortizzatore sociale al servizio della politica. Il management ha realizzato uno dei risultati più importanti del governo Renzi agli occhi di analisti e investitori internazionali: certificare che nulla è immodificabile nell’economia italiana ai tempi della rottamazione.
Privatizzare Poste era ben più complesso di Eni  o Enel, perché più complessa la tipologia degli stakeholder coinvolti, estremamente romanocentrici. E aver portato sul mercato circa il 35% delle azioni significa anche che non si dovrà attendere molto, forse un paio di anni, per vedere l’azionista pubblico scendere al 30%, lasciando al mercato il resto delle azioni. A quel punto Poste parteciperà attivamente e da protagonista al risiko bancario e assicurativo italiano e, probabilmente, europeo. Impensabile solo pochi anni fa. Ecco perché per l’economia italiana la privatizzazione di Poste equivale a uno sbarco in Normandia, capace di piegare le difese più fortificate contro gli «spiriti animali» del mercato e in grado di spianare la strada verso la conquista della Bastiglia. Una volta che Renzi ha privatizzato le Poste, imporre lo stesso destino agli intoccabili feudi delle municipalizzate sarà un gioco. A quel punto sarà una vera manna per la trasformazione della governance dell’economia di mercato made in Italy, e il benessere dei consumatori.