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 2015  ottobre 27 Martedì calendario

Il Qatar, che dà la Russia per sconfitta, ha chiesto alla Turchia di poter utilizzare le sue basi per combattere l’Isis

La decisione di Vladimir Putin di intervenire massicciamente in favore del regime siriano di Bashar Assad sta cambiando radicalmente lo scenario mediorientale. Non è un caso che Barack Obama abbia deciso di mantenere i suoi soldati in Iraq. Con l’intervento in Siria, Putin diventa improvvisamente uno dei principali protagonisti nell’area oggi più turbolenta del mondo, confermando la sua strategia espansionista, con buona pace delle sanzioni. Le mani della Russia sul Medio oriente non preoccupano solo gli Stati Uniti ma anche i Paesi Arabi. Il quotidiano turco Hurriyet ha rivelato che il Qatar ha chiesto alla Turchia di poter utilizzare le sue basi aeree per entrare nel conflitto a fianco della stessa Turchia contro l’Isis. Poiché secondo il Country reports on terrorism del Dipartimento di Stato americano, la maggior parte della ricchezza è pompata nelle casse dei radicali islamici dal Qatar (e dal Kuwait) la contraddizione è evidente.
Con questo spostamento, il Qatar tende a smarcarsi dalla certa sconfitta dei ribelli ad opera della Russia per potere continuare a giocare un ruolo anti-Saddam. I massicci bombardamenti russi hanno provocato in poche settimane più danni all’Isis (e ai curdi) di quelli inferti in lunghi mesi di raid americani. Tanto da ipotizzare che, in realtà, la strategia americana fosse quella di un contenimento più che di un annientamento, sulla base di una realpolitik che ritiene utile qualche elemento di destabilizzazione in un’area tanto ricca di materie prime e di non facile gestione internazionale.
Tutto ruoterà, assai più di ieri, attorno alla figura di Assad: con lui vittorioso, la Siria diventerebbe una specie di protettorato russo nel cuore del Medio oriente, se invece sarà spodestato si insedierà un governo gradito all’Occidente (anche se l’esempio della Libia crea non poche perplessità). Non a caso il (probabile) futuro presidente degli Stati Uniti, Hillary Clinton, ha dichiarato: «La rimozione di Assad dal potere è la nostra priorità». Stati Uniti (e alleati), Turchia e ora Qatar stanno convergendo verso un’alleanza anti-Assad e quindi anti-russa. Gli assetti del Medio oriente e della politica internazionale si stanno modificando e siamo solo agli inizi.