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 2015  ottobre 27 Martedì calendario

A Valencia Valentino ci sarà

Secondo Lin Jarvis, managing director Yamaha, «Rossi a Valencia ci sarà». Valentino, più deluso che arrabbiato, è rientrato in Italia da Sepang e ci riflette. Ma alla fine partirà: c’è l’ipotesi di fare una rimonta leggendaria, vincere il decimo Mondiale e infine placare con la sua arte ogni polemica.
Rimontone il Nostro ne ha già fatte, ovviamente: nel 2005, proprio al Ricardo Tormo, partì 15° e fece 3°; nel 2006 a Donington e nel 2008 a Phillip Island partì 12° e arrivo 2°; nel 2007 ad Assen parti 11° e vinse. E poi, lo ha ricordato Jarvis, a Valencia tutto può succedere: Rossi ci ha perso un titolo già vinto nel 2006; magari stavolta si prende la rivincita su un circuito che non sopporta. Senza contare che ormai la pressione è passata tutta nel polso e nella testa di Lorenzo.
Interessante la posizione di Jarvis, impegnato a restare super partes ma infastidito dalla sceneggiata di Lorenzo che nel dopogara è andato direttamente dal boss spagnolo del Motomondiale, Carmelo Ezpeleta, a chiedere la squalifica di Rossi. Umanamente comprensibile. Ma contrastare pubblicamente gli atti dei capi (il ricorso contro la penalizzazione del suo compagno) non è proprio l’atteggiamento che un’azienda vorrebbe da un suo stipendiato. Chissà se l’episodio farà cambiare scenari e rapporti contrattuali nel 2016...
A Valencia, comunque, Valentino troverà una bolgia. La Spagna, meno analitica e più emotiva, ha voluto vedere finora solo le sue colpe («Rossi killer!») assolvendo Marquez. Rossi, peraltro, ha milioni di tifosi pure laggiù, e avrà la sua claque. Quanto agli altri piloti, ci saranno alleanze? Giochi sporchi? Cattiverie? Fossimo la direzione corsa, che ha ignorato l’allarme di Rossi e dei dirigenti Yamaha che avevano segnalato da giorni la situazione anomala, stavolta ci muoveremmo prima. Probabilmente, con questi cuori caldi di piloti, non servirà a nulla. Però ci si potrebbe almeno provare. Anche perché, è bene non dimenticarlo, cadere da una moto fa molto male a tutti.