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 2015  ottobre 26 Lunedì calendario

Per un paio di scarpe di alta qualità servono dalle 250 alle 350 operazioni manuali. Storia della fabbrica Moreschi

Un fatturato di 40 milioni di euro e 250.000 paia di scarpe all’anno distribuite in più di 80 nazioni, a cui si aggiungono 40 punti vendita in tutto il mondo. Moreschi, azienda lombarda che ha stregato piedi famosi del cinema (Richard Burton, Liam Neeson), della musica (Michael Jackson, James Brown), dello sport (Michael Jordan, Novak Djokovic, Alberto Tomba) e delle signore dello spettacolo (Martina Colombari, Michelle Hunziker, Simona Ventura e Philippa Lagerback) nel 2016 compirà 70 anni. Un traguardo che ha il profumo di pelle e cuoio, di moda e innovazione continua, raccontato, per l’occasione, con un evento e alla Triennale di Milano.
Una storia famigliare
Un «gioiello» tutto italiano, giunto alla terza generazione, che a Vigevano è fra i più grandi punti produttivi del distretto. «Non mi sono mai definito né artigiano, né industriale, mi piaceva lavorare e basta – spiega il presidente Gianbeppe Moreschi, 81 anni –. Tutto è iniziato nel dopoguerra. Mio padre era funzionario della Cassa di Risparmio di Biella. Il padrone di casa, il signor Robiolio, oltre ad avere un negozio in città, era titolare di una piccola azienda calzaturiera a Vigevano e gli offrì di occuparsi della parte amministrativa. Fu una proposta irrinunciabile: lo stipendio passò da 3.500 lire a 10 mila lire».
Due anni dopo Mario Moreschi avviava la produzione di scarpe da uomo di alta qualità. «Servono circa dalle 250 alle 350 operazioni manuali per arrivare all’eccellenza– prosegue Moreschi –. La gran parte del personale si forma ancora oggi in azienda, cresce per gradi e si specializza nella mansione che preferisce. Una volta si arrivava ad avere, in reparto, fino a tre generazioni contemporaneamente».
La crescita
Così da 3.000 paia di scarpe all’anno nel 1950, Moreschi inizia a esportare e in meno di un decennio supera quota 14.000. Dopo la Germania il marchio sbarca in Egitto, Giappone, Indonesia, arriva anche in Africa, e a quel punto serve un’immagine. Angelo Gabriele Fronzoni, designer milanese, crea la celebre «emme» con due scarpe da uomo stilizzate e realizza le prime campagne pubblicitarie. Negli Anni 80 entra in gioco la terza generazione: Stefano (ad), Mario (produzione) e Francesco (marketing e comunicazione). Poi nel 2000 le collezioni si allargano alla donna. «In 70 anni, sono avvenuti tanti e tali cambiamenti da rendere ardua la comprensione anche a chi, come me, ha vissuto “in diretta” queste trasformazioni – conclude Moreschi -. La storia della nostra famiglia e dell’azienda è fatta anche di tanti uomini e donne che con lavoro, fatica e dedizione hanno fatto e fanno tutt’ora parte di Moreschi».