La Stampa, 26 ottobre 2015
L’amante abbandonata lo tormentava, e la moglie era anche venuta a sapere tutto. Lui è andato a spararle in testa e poi s’è tirato un colpo in bocca
Ha raggiunto nel cuore della notte la donna che metteva a rischio il suo matrimonio e le ha sparato un colpo alla testa. Poi si è messo la canna della pistola in bocca e l’ha fatta finita. È un carabiniere di 31 anni l’autore di quello che solo per un caso non è un omicidio-suicidio. Perchè lei, Barbara «Babi» Zanini, 33 anni, arrivata in Riviera dal Bresciano, non è morta. Lotta per la vita dopo che ci sono volute cinque ore per toglierle dal cranio tutti i frammenti del proiettile calibro 35 sparato da pochi centimetri di distanza che doveva ucciderla.
Messaggi e foto
La sua «colpa»? Non essersi rassegnata quando Alessio De Palmi, appuntato dell’Arma in servizio a Vallecrosia, compagnia carabinieri di Bordighera, aveva troncato la relazione. Si era fatta viva, aveva telefonato, mandato messaggini. E la cosa era arrivata in anche alla moglie di lui. Nessuna pressione indebita, niente di penalmente catalogabile alla voce stalking. Ma le foto di lei e Alessio pubblicate su Instagram mentre si baciavano e abbracciavano, visibili da tutti, erano state e sono un messaggio eloquente. Come l’immagine, di metà settembre, in cui l’obiettivo dello smartphone aveva immortalato i loro polsi uniti da un paio di manette, quelle d’ordinanza. O ancora le tazze del caffè vicine all’ora della colazione in casa di lei.
Alessio di quella crisi matrimoniale in caserma non aveva fatto sapere nulla. Nessun si era accorto o sapeva del disagio che stava attraversando. Sabato sera però i fantasmi dell’abbandono da parte della moglie per quella storia avuta con Barbara che non si era rassegnata al suo silenzio di uomo che aveva fatto una scelta (dopo averne però prima fatta un’altra), si sono fatti più concreti.
C’è stata una lite in famiglia dalla quale De Palmi è uscito sconvolto: alle due e mezza di notte si è presentato ad Arma di Taggia, a casa di Barbara. Ha citofonato e lei lo ha aspettato in pigiama con la porta aperta, in quell’appartamento al quarto piano con vista sul mare che lui conosceva bene. Quando ha chiuso la porta ci sono state poche parole. Poi gli spari. Un segno su un braccio di lei dimostrerebbe un tentativo di difesa. A far scattare l’allarme sono stati i due colpi in rapida successione sentiti da un vicino. Il 118 ha trasportato Barbara Zanini all’ospedale di Sanremo e poi a Pietra Ligure dove è stata operata e dove si trova ora sospesa tra la vita e la morte, in coma farmacologico.
I carabinieri del Nucleo Investigativo di Imperia e del Nucleo Operativo di Sanremo si sono occupati delle indagini, della raccolta di testimonianze, un lavoro coordinato dal sostituto procuratore Maria Paola Marrali.
L’indagine
Al setaccio, in particolare, gli smartphone, i messaggi, le foto finite on line. Si cerca di capire cosa abbia provocato il corto circuito mentale che ha portato un carabiniere dalle note caratteristiche impeccabili a trasformarsi in un assassino che solo per caso non ha ucciso una donna. Barbara, che tre ore prima dell’agguato scherzava on line con le amiche sul sito dove aveva trascritto il testo di «Sparami», una rap di Baby K.