la Repubblica, 26 ottobre 2015
Il commento al campionato di Gianni Mura
In copertina la Roma prima e sola, e un immenso Higuain.
Ma è la stessa Roma sontuosa e stracciata, inguardabile e irresistibile di pochi giorni fa a Leverkusen? Sì, è sempre quella ma stavolta due gol di vantaggio le sono bastati. Il confronto tra migliore attacco e miglior difesa ha dato ragione all’attacco. Per arrivare in cima la Roma non ha scelto una strada banale: ha vinto in casa della prima in classifica, che sembra patire il classico mal di testa. Tre sconfitte in una settimana: giocando bene a Napoli, male con i polacchi in Uefa, così così ieri. Forse non è un caso che le partite migliori le abbia giocate in trasferta. A Firenze gli avversari le lasciano il più del lavoro e puntano al contropiede. Il più del lavoro i viola lo fanno, ieri hanno sbagliato molto in fase di tiro, due occasioni clamorose Bernardeschi e Kalinic, ma sul contropiede si fanno infilare troppo ingenuamente. Conoscendo Gervinho, e come lo sa sfruttare la Roma, il gol dello 0-2 è proprio da polli.
Allora, la Roma sta benone? Non si direbbe. Si sta assestando, questo sì, ma è ancora imperfetta. Discorso che vale per molte altre squadre, a cominciare dalla piccola ammucchiata alle spalle della Roma. È la riprova di un campionato molto equilibrato, senza una stella polare o un padrone che dir si voglia. Com’era giustamente criticato il gioco dell’Inter anche quando aveva raccolto 15 punti su 15, così alla Roma, pur apprezzabile quando si affida alla velocità, manca un po’ di calma. Usciti De Rossi e Pjanic, non c’era nessuno in mezzo al campo capace di congelare il risultato. La Roma poteva chiudere i conti con Pjanic al 10’ st. Non c’è riuscita e ha sofferto più del dovuto. Sousa, perso per perso, avrebbe dovuto provvedere prima a rendere Kalinic meno isolato. Dopo il turno infrasettimanale ci sarà Inter-Roma. Di nuovo miglior difesa contro miglior attacco. L’Inter ha rallentato la corsa: 3 punti nelle ultime 4 partite. Con 9 gol ha ottenuto 18 punti. Si parla tanto del digiuno di Icardi.
Ma il nodo può essere altrove: nell’abbondanza eccessiva di trequartisti, o nella mancanza di un regista vero.
In un campionato che sorride al centro-sud, solo l’Inter con le due romane, la Fiorentina e il Napoli, la Lazio rispetta la legge dell’Olimpico, dove il Torino si rivela più friabile del previsto. Il ritorno di Klose (due assist) e la miglior condizione di Anderson (due gol) sono buone notizie per Pioli.
Ottime per Sarri: il Chievo fa la sua partita, ha la prima vera occasione con Castro, poi deve inchinarsi a Higuain: due pali nel primo tempo, un grande gol nel secondo. Sua anche, davanti a Reina, una manina (da discutere la volontarietà) che fa arrabbiare il Chievo (espulso Maran). Bel Napoli per 80’, poi in sofferenza. Ma certamente in salute.
Salute degli inseguitori. Anche se il Milan è davanti alla Juve, non credo possa risalire fino alle prime posizioni. La Juve sì, con qualche scricchiolio. Di veramente utile, col Sassuolo, per Mihajlovic solo i tre punti e segnali di risveglio da Bertolacci. Il gioco resta il grande latitante. Rigore molto generoso,a essere larghi, espulsione di Consigli del tutto immeritata. Nemmeno con l’uomo in più il Milan ha riempito gli occhi. Nemmeno l’avvicendamento tra i portieri ha evitato un gol evitabile. Molta tensione in campo e fuori (sciopero dei tifosi).
Gli scricchiolii della Juve sono verbali, vittoria tranquilla con l’Atalanta, cui poco o nulla ha concesso. Dopo che Andrea Agnelli ha bacchettato tutti suonando la carica, Marotta dice che Hernanes non è un fenomeno. Lo sappiamo da un pezzo, ma in genere queste cose un dirigente le pensa ma non le dice. Poi, Allegri. Stanco di domande su Dybala, ha parlato di processo mediatico. Ma per favore: Ignazio Marino può dirlo, Massimiliano Allegri no. Piccolo esempio: se Repubblica ingaggiasse uno dei migliori giornalisti in circolazione, ovviamente non alla cifra incassata da Zamparini, e poi non lo facesse mai scrivere, oppure solo qualche trafiletto, tutti avrebbe il diritto di chiedere: ma che l’avete preso a fare? Può darsi che Allegri non straveda per Dybala, o per Alex Sandro (qui, avrebbe ragione) ma che altro può fare Dybala? Ieri un gol, un assist e un rigore procurato. Mai una polemica, un gesto fuori posto, una maturità sorprendente in un ragazzo. Deve crescere, certo, ma merita di crescere più stando in campo che in panchina. Non crescere di volume, però, e di masse muscolari. Ha il dribbling leggero e il tiro pesante. Non toglietegli la leggerezza, per favore. Allegri dovrebbe saperlo, da giocatore lo chiamavano Acciughina.