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 2015  ottobre 26 Lunedì calendario

Bilancio di Bookcity 2015

S i è chiusa con una bilancio di 150 mila presenze la quarta edizione di BookCity, ma nessuno vuole enfatizzare i numeri. Si preferisce parlare della qualità, della varietà dell’offerta e anche dei progetti futuri. «Il nostro punto di forza è un palinsesto diversificato, eterogeneo, che permette di soddisfare molti interessi, che incoraggia una partecipazione progressiva e contagiosa», dice Luca Formenton presidente del Comitato promotore formato dalle quattro fondazioni editoriali (Corriere della Sera, Giangiacomo Feltrinelli, Umberto e Elisabetta Mauri, Arnoldo e Alberto Mondadori) che insieme al Comune di Milano organizza la manifestazione. «Quest’anno l’abbiamo anticipato perché fosse in coincidenza con Expo – continua Formenton – poi ci è venuto il dubbio che potesse essere un boomerang. Invece le presenze sono aumentate, segno che la sinergia ha funzionato».
L’anno prossimo BookCity tornerà a svolgersi verso metà novembre, periodo che gli editori considerano più adatto. Le date non sono ancora stabilite, ma già ci sono in cantiere idee e programmi. Anche perché il Comitato si è costituito in associazione: Piergaetano Marchetti sarà il presidente, in carica per tre anni, mentre ogni anno verrà scelto, tra i quattro rappresentati delle fondazioni, un presidente dell’edizione corrente (per il 2016 è ancora da decidere). «È una differenza di natura giuridica – spiega Marchetti —. Prima eravamo un comitato che si rinnovava di anno in anno, oggi una struttura stabile con una durata illimitata. Questo non vuol dire fare iniziative tutti i giorni naturalmente, ma poter lavorare tutto l’anno in modo organizzato, con prospettive di stabilità, magari esportando il modello anche altrove, idea lanciata già da tempo». La costituzione in associazione, aggiunge Formenton «permetterà anche di accedere ai fondi europei e di fare una convenzione con il Comune».
Quello che preme sottolineare a Formenton e Marchetti è l’idea che BookCity sia stato in qualche modo all’origine di una sorta di rinascita culturale milanese. «Una ricchezza che ne ha prodotte molte altre» ha definito BookCity Filippo Del Corno, assessore alla cultura di Milano, ricordando anche il «Patto per la lettura» sottoscritto da tutti i principali attori della filiera. «Quattro anni fa, quando questa avventura è cominciata, – dice Formenton – abbiamo gettato dei semi, che hanno continuato a crescere stimolando la vivacità culturale della città. Milano sembra tornata ad essere un laboratorio come lo era negli anni Sessanta- Settanta». «Quello che c’è oggi a Milano, compreso il successo di Expo, è il risultato di un clima che è andato maturando, perché cosa chiama cosa – aggiunge Marchetti —. Abbiamo colto il polso di una città aperta, il contatto con un pubblico che ha con gli eventi un rapporto sciolto, di curiosità, non istituzionale. Persone che magari si imbattono in un incontro, ci entrano e si fermano».
La critica, a volte, è che gli incontri sono troppi (quest’anno oltre 800) e senza un filo conduttore: «È un modo diverso di fare una rassegna culturale – dice Marchetti – quasi come quelli che vanno a fare la campagna elettorale one to one. Questo scatena un passaparola molto importante».
Punto di forza sono le scuole e le università, anche se, per il futuro, Marchetti, vorrebbe coinvolgere di più le facoltà scientifiche e aprire ai luoghi di lavoro, alle sedi delle aziende. Ma c’è anche un altro progetto, più ad ampio raggio, per l’immediato futuro. «Vorremmo riuscire a mettere in rete, con altri festival e rassegne, un’idea comune, un progetto forte di promozione della lettura nelle scuole» dice Formenton. Al momento ci sono stati solo alcuni contatti, è presto per parlarne, ma l’idea sarebbe di coinvolgere rassegne come Pordenonelegge, èStoria di Gorizia, il Festival della mente di Sarzana, Dialoghi sull’uomo di Pistoia e altre iniziative simili.