La Stampa, 24 ottobre 2015
La donna che vuol vivere sotto terra (e non le è permesso)
Per circa un mese ha vissuto sottoterra, come fosse una talpa. A mani nude si è scavata una buca profonda un metro e lunga due metri e mezzo, che dall’inizio di ottobre ha trasformato in un giaciglio. E chissà per quanto tempo avrebbe continuato a scavare, se ieri mattina non fossero intervenuti i vigili del fuoco insieme alla polizia municipale, che l’hanno tirata fuori dalla voragine che si era costruita, per poi chiamare il 118. Tutto questo è successo in Viale Umberto Cagni, al parco del Valentino, sulla sponda del Po.
Lei si chiama Lilia, è moldava e ha un’età compresa «tra i 30 e i 45 anni», dicono i vigili del fuoco. Non si sa molto altro, e le poche informazioni che aveva fornito alla polizia municipale sono risultate false. Per esempio, aveva mostrato una carta d’identità che indicava la sua residenza in via Balbo, ma quell’appartamento non era suo. Con ogni probabilità è una senza fissa dimora.
Lilia non parla quasi mai. Più di una volta i dipendenti del Fluido, il locale che si trova accanto al luogo dove ha vissuto fino a ieri, hanno tentato di instaurare un dialogo con lei, offrendole cibo e acqua. «Ma ci guardava dritta negli occhi e stava zitta – racconta Simone Peditto, uno dei camerieri -. Poi si voltava, e riprendeva a gettare la terra dietro di sé». Ha parlato solo con i vigili urbani, che le hanno chiesto: «Perché dormi in una buca?». «Perché voglio vivere in mezzo alla natura», ha risposto lei.
Le gallerie sotterranee sono la sua passione. Alcune settimane fa ci aveva provato nell’area giochi del parco del Valentino. Si era costruita una cavità dietro ai cespugli, che aveva trasformato in un letto, più simile ad una bara. Stamattina, dopo l’intervento dei vigili del fuoco, è stata portata al pronto soccorso delle Molinette per analisi e accertamenti sul suo stato di salute. E la «sua» buca è stata chiusa dalla cooperativa che lavora per il verde pubblico del Comune e recintata. Onde evitare che alla signora venga in mente di tornare a dormirci dentro.