Corriere della Sera, 24 ottobre 2015
Con Skin un’edizione perfetta di X Factor
Difficile trovare un difetto alla nuova edizione di «X Factor» prodotta da FremantleMedia e in onda su Sky Uno (giovedì, ore 21.10). La gara è entrata nel vivo con la prima puntata in diretta: formate le squadre dei cantanti (quest’anno i gruppi vocali sono stati sostituiti dalle band), s’iniziano a intravedere le prime strategie di gioco dei giudici e si comincia a scommettere sul potenziale dei talenti in competizione.
Come hanno dimostrato le otto edizioni precedenti dello show, la composizione della giuria è un aspetto fondamentale nel decretare le dinamiche narrative delle puntate e nel costruire i profili dei concorrenti cui i giudici fanno da mentori. Quest’anno ci sono stati alcuni cambiamenti, attraverso cui il format si rinnova e si mantiene vivo: confermati Mika e Fedez, si può festeggiare il ritorno di Elio (che è sembrato molto a suo agio) e il nuovo ingresso di Skin.
È bastato poco per capire che non bisogna avere rimpianti per un passato ingombrante: vero che Skin è ancora parecchio in difficoltà con l’italiano, ma è capace di riempire la scena con personalità e carisma ben più di altri personaggi, madrelingua italiani, che hanno fatto negli anni scorsi parte della giuria. Come tutti i format tv, «X Factor» sta attraversando un suo «ciclo di vita»: uscito dalla fase in cui ha sprigionato tutta la sua carica innovativa è ora un appuntamento consolidato.
Il meccanismo è noto e inevitabilmente si ripete, quindi alla produzione e agli autori spetta il compito impegnativo di mantenere vivo l’interesse promuovendo un’alta qualità della scrittura, dell’allestimento, della selezione dei talenti. Il programma ci ha anche ricordato che la televisione può essere un mezzo di comunicazione con un forte impatto visivo, che può esprimere una sua forma d’arte che passa attraverso un uso creativo di scenografia, luci, regia. Certo avere un budget importante alle spalle aiuta non poco.