Libero, 23 ottobre 2015
Emergenza immigrazione, tutti i sotterfugi del governo per occultare l’invasione. Dei 40 mila profughi da trasferire in altri Paesi, finora ne sono partiti solo 87
Anche i burocrati piangono, o più probabilmente fanno finta. «Non mi capita spesso di piangere ma guardando sera dopo sera le immagini di questo lungo corteo di rifugiati che mi ricorda le immagini in bianco e nero della fine della seconda Guerra, che ho visto quando ero giovane, mi capita di piangere», ha dichiarato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Diamogli, anche se non lo merita, il beneficio del dubbio. Nel frattempo, però, gli facciamo presente che a piangere guardando i flussi migratori dovrebbero essere i cittadini europei. In particolare noi italiani, ostaggio di un governo che sta gestendo l’emergenza immigrazione nel modo peggiore possibile: manipolando i dati e assumendo posizioni ufficiali diverse a seconda della convenienza.
Tanto per cominciare ci sarebbe il pasticcio sui soldi: Renzi sostiene che spenderemo circa 3,3 miliardi se non 4 per garantire l’accoglienza. Il ministero dell’Interno dice che i costi si aggirano sugli 1,2 miliardi, dunque mancano all’appello un bel po’ di denari. Fondi che il nostro premier ha in mente di utilizzare per tappare i buchi della sua manovra, ma che addebita all’accoglienza per convincere l’Europa a concederci lo sforamento del 3%.
Soprattutto, però, c’è una totale opacità sugli ingressi degli stranieri. Due giorni fa il Viminale ha diffuso il Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia, curato da un pool di esperti coordinati dal sottosegretario Domenico Manzione. Nel presentarlo, gli uomini del ministero hanno dato grande rilevanza a un dato: il calo degli sbarchi. Al 10 ottobre del 2014, infatti, erano giunte sulle nostre coste 147.377 persone, mentre nel 2015 siamo a quota 136.432, dunque il 7,4% in meno. Tutti contenti del segno negativo, dunque. I Profeti dell’Accoglienza già scalpitano all’idea di snocciolare i numeri in qualche talk show: «Macché invasione», diranno, «gli arrivi sono calati». Calati un beneamato corno. Tanto per cominciare, si tratta comunque di cifre impressionanti, e impossibili da gestire, nelle nostre condizioni. A fronte di un leggero calo degli arrivi via mare, però, bisogna rilevare un fatto. E cioè che le rotte delle migrazioni sono cambiate. Gli stranieri nelle ultime settimane giungono per lo più per la via balcanica, anche grazie alla Turchia che apre o chiude le frontiere in base alla necessità di Erdogan di ricattare la Merkel e l’Ue. Frontex spiega che nel secondo trimestre di quest’anno sono arrivati via terra 54.437 immigrati, numero pari alla somma degli arrivi nel 2013 e nel 2014.
Insomma, i flussi non sono in calo: sono in aumento costante. Semplicemente, per ora abbiamo evitato un’Invasione micidiale dai confini a NordEst, ma non sappiamo per quanto tempo potremo farla franca, visto che tutti i Paesi attorno a noi serrano le frontiere. Poi c’è la questione delle richieste di asilo. Dall’inizio dell’anno a oggi ne abbiamo registrate 61.545, il 31% in più rispetto allo stesso periodo del 2014. Ne sono state respinte 23.905, ma, come abbiamo documentato nei giorni scorsi, spesso il rigetto della domanda non si accompagna al rimpatrio: i funzionari dei centri di accoglienza consegnano agli stranieri un foglio di via e li rimandano per strada (in modo che siano liberi di entrare in casa dei pensionati di notte per rubare). Al Viminale sono ottimisti per quel che riguarda il trasferimento dei profughi in altri Paesi. Dovremmo farne partire 40 mila. Per ora, però, hanno preso il volo da Ciampino soltanto 87 eritrei, in due tornate. Alfano e Manzione esultano, parlano di «storico traguardo», ma fossimo in loro saremmo molto più cauti nel festeggiare.
I partner europei che dovrebbero ospitare i nostri rifugiati, infatti, finora hanno messo a disposizione solo 700 posti. Il portale Eunews.it ha fatto due conti e ne ha dedotto che, a questi ritmi, saranno necessari 18 anni per far partire tutti coloro che devono lasciare l’Italia. Altro che i due anni previsti dal ministero. Dunque c’è davvero da piangere, molto più di quanto abbia fatto Juncker. Gli ingressi via mare sono più o meno pari a quelli record dell’anno scorso. I clandestini non vengono rimpatriati. I profughi fatichiamo a trasferirli. E rischiamo altre ondate di arrivi da NordEst.
Per tutto ciò ringraziamo Matteo Renzi, che ci fa invadere per convincere l’Europa a fargli l’elemosina.