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 2015  ottobre 23 Venerdì calendario

Quando gioca, segna e tira più degli altri, allora perché nella Juventus Dybala sta sempre in panchina?

Probabile che dietro ci sia una strategia. Probabile che sia soltanto una questione di tempo, di adattamento, di inserimento. Ma i fatti per il momento dicono che Paulo Dybala, l’acquisto estivo più oneroso e «spettacolare» della Juventus, è un passo dietro nelle gerarchie rispetto agli altri attaccanti bianconeri. Mentre gli altri baby gioielli venduti a peso d’oro in Europa sono titolari (Martial e Sterling, per dirne due), l’argentino che fece faville nel Palermo conosce parecchia panchina. Bisogna premettere due cose. La prima: è difficile analizzare esattamente la situazione, non vedendo gli allenamenti, non conoscendo dall’interno la situazione della squadra. La seconda: Allegri non è uno sprovveduto, è uno dei migliori tecnici in circolazione. Ha preso la Juventus super vincente di Conte e se possibile nella sua prima stagione ha fatto meglio (scudetto e finale di Champions) plasmando pian piano la squadra secondo il suo credo. Allegri sa quel che fa e saprà anche cosa farne del talento di Dybala. E nel frattempo in società nessuno parla di caso Dybala.
Solo che questa Juve che fa fatica in zona gol avrebbe bisogno di più Dybala. Nelle ultime due partite, con Inter e Borussia Mönchengladbach, finite 0-0, l’argentino ha giocato soltanto gli ultimi spezzoni di partita. Soprattutto l’altra sera in Champions contro i tedeschi asserragliati, sembrava proprio ci fosse bisogno del suo talento e dei suoi dribbling per aprire la difesa. E in quei 10 minuti concessi Dybala qualcosa ha fatto vedere. Il paradosso è che non si può nemmeno dire che Dybala giochi poco. Dei 4 attaccanti della Juve, è quello che ha più minutaggio (562) e più presenze (11 su 12 gare ufficiali). Ma è stato titolare soltanto in 5 gare, di cui 3 da 90 minuti, probabilmente causa gli infortuni di Morata prima e Mandzukic poi. Beh, Dybala ha sfruttato il tempo concesso: è il cannoniere della squadra con 4 gol, è la punta che ha tirato di più (20, 9 nello specchio) e ha pure di gran lunga il maggior numero di passaggi riusciti: 164. Dunque non è nemmeno un problema di egoismo.
Allora, perché Allegri non punta decisamente su di lui? Il tecnico a inizio stagione giudicò Dybala prima punta. Deve aver cambiato le sue convinzioni. Perché dopo il Gladbach ha chiarito un po’ la questione: «Paulo è giovane, ha qualità importanti, deve crescere. Diventerà un campione in una grande squadra in un ruolo diverso dalla prima punta». Così forse il caso Dybala è più semplice di quanto si possa immaginare. Forse Allegri ha già deciso il gioco delle coppie: Manduzkic o Zaza come prima punta. E Morata o Dybala come seconda. E siccome lo spagnolo sta andando bene, in Champions vola addirittura coi suoi 5 gol consecutivi a cavallo delle due stagioni, la gerarchia si rispetta. Così si spiegherebbe perché col Borussia è entrato prima Zaza di Dybala («Avevo bisogno di fisicità», ha detto anche il conte Max).
Se passiamo per buona questa tesi, resta una domanda. Perché quando la squadra fatica a trovare la via del gol, non si prova a mischiare le carte? Che Dybala possa diventare un grandissimo come seconda punta ci trova d’accordo, ne ha le caratteristiche. Ma anche da centravanti nel Palermo non è andato poi così male: 13 gol in 34 gare. I numeri dicono che è il più prolifico dei 4. Per tacere dell’atout punizioni.