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 2015  ottobre 23 Venerdì calendario

Tangenti per appalti Anas: 10 arresti • Ai domiciliari 35 «furbetti del cartellino» del Comune di Sanremo • Il record dei papà in congedo è in Sicilia • Sempre più pensionati italiani si trasferiscono all’estero • In Italia è arrivata la tv di Netflix • Il commerciante ucciso a Torino

 

Anas 1 Una «cellula criminale» che aveva un «diffuso rapporto di connivenza in tutta Italia» e che, come nei contesti mafiosi, utilizzava i pizzini per scambiarsi le informazioni «in modo da non lasciare traccia degli accordi corruttivi». Era ciò che accadeva, secondo la Guardia di finanza, all’interno della direzione generale dell’Anas, la più grande stazione appaltante pubblica d’Italia, oggi scossa dal terremoto generato dall’inchiesta «Dama nera»: dieci ordinanze di custodia cautelare, 31 indagati, un giro di tangenti di 200 mila euro utilizzate per «muovere» appalti del valore di centinaia di milioni. Insomma, «un sistema collaudato, tutt’altro che episodico», sfociato nell’arresto di un ex sottosegretario alle Infrastrutture nel governo Prodi, cinque dirigenti e funzionari dell’Anas, un avvocato e tre imprenditori che si sono aggiudicati le gare. Associazione a delinquere, corruzione e voto di scambio sono le accuse contestate dalla Procura di Roma all’organizzazione in cui i dipendenti pubblici infedeli «prendevano soldi da tutto ciò che poteva essere trasformato in denaro». Mazzette che, stando alle intercettazioni, erano state ribattezzate con nomi innocui come «ciliegie», «libri», «topolini», «medicinali antinfiammatori».

Anas 2 Luigi Giuseppe Meduri, 73 anni, cresciuto politicamente con la Dc, poi deputato di centrosinistra, tuttora iscritto al Pd (e sospeso dopo la notizia dell’arresto dalla commissione di garanzia del Partito democratico), presidente della Regione Calabria dal gennaio 1999 all’aprile 2000 e dal maggio 2006 al maggio 2008, è l’ex sottosegretario del ministero delle Infrastrutture finito ai domiciliari.

Anas 3 In carcere anche la «dama nera», cioè la dirigente dell’Anas Antonella Accroglianò , 54 anni, considerata al vertice dell’organizzazione. Era la donna che al mattino andava in ufficio per «gestire il flusso della corruzione» (parole del procuratore Giuseppe Pignatone) e alla sera amava frequentare le feste della Roma-bene. Era entrata all’Anas nel 1994, prima ancora di laurearsi in Giurisprudenza, dopo esperienze in Italstat e ItalStrade. All’Anas amministrava appalti e, cinque anni fa, in piena epoca Ciucci, ebbe la promozione a dirigente responsabile del coordinamento amministrativo. I magistrati, però, ora annotano scandalizzati come la Accroglianò stava dietro a un appalto in Calabria: «consigliando» ai titolari di un’impresa di subappaltare alcune opere a ditte vicine alla ’ndrangheta. Gestiva da par suo anche il traffico di mazzette nella sede centrale dell’Anas. Con piglio da dominatrice. Ancora Pignatone: «Se la prende con i suoi più stretti collaboratori, incapaci, a suo dire, nel sollecitare la riscossione delle mazzette». Con i suoi complici intrattiene discorsi allusivi («Se viaggi da solo, non fai niente. Chi ha cercato di viaggiare da solo, poi l’hanno azzoppato»), non parlerebbe mai di soldi al telefono («Le ciliege...»), rimbrotta di brutto un imprenditore che si sta sbilanciando in una conversazione («Basta dottore, che fa? Non ha capito che Giovanni è intercettato?»), capisce al volo che un certo controllo non è casuale e si precipita a nascondere i soldi casa della madre. Cade in trappola, la Dama Nera, soltanto perché non ha calcolato le microspie in ufficio (Grignetti, Sta). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Sanremo 1 Il Comune di Sanremo, ieri, è stato preso d’assedio e «blindato» dalle Fiamme gialle per l’inchiesta che ha smascherato i «furbetti del cartellino». Trentacinque fra funzionari, impiegati, operai (perfino un vigile) sono finiti ai domiciliari per truffa aggravata e falso. Il giudice ha emesso anche 8 misure cautelari con obbligo di firma, mentre ad altri 75 dipendenti sono stati notificati avvisi di garanzia. Sempre per essersi specializzati nel «giochetto» delle timbrature finalizzate a farsi gli affari propri. Il 72% della forza lavoro messa sotto lente dalla Finanza si è macchiata comportamenti illeciti: in tutto 196 dipendenti su 271 risultano indagati. Sono state le telecamere-spia a portare alla luce lo scenario del malcostume in municipio, un’indagine partita dall’esposto di un cittadino. L’operazione «Stakanov» ha immortalato soprattutto le «timbrature multiple» e poi le «fuitine» dal posto del lavoro. C’è chi nei 300 giorni di video-controlli se ne è andato via dall’ufficio addirittura 145 volte senza timbrare (Gavino e Micaletto, Sta).

Sanremo 2 Tra le immagini immortalate dalle telecamere spia nel Comune di Sanremo: il vigile urbano che arriva in mutande, timbra, poi se ne torna a casa a dormire oppure spedisce a timbrare la moglie in vestaglia o la figlia minorenne che, per non sbagliare, passa per dodici volte la tessera nell’apparecchio (Menduni, Sta).

Papà Secondo una ricerca sulle aziende privare del broker assicurativo Assiteca, più di tre siciliani su dieci prendono il congedo di paternità, ben distanti della media italiana che vede poco più di un padre ogni dieci andare in congedo alla nascita di un figlio. La Sicilia doppia il secondo classificato, il Lazio, mentre in terza posizione c’è la Sardegna. Prendere il congedo di paternità non significa essere pagati per stare a casa, ma rinunciare al 70 per cento dello stipendio (Sacchi, Cds).

Pensionati 1 Sempre più numerosi i pensionati italiani che si trasferiscono all’estero. Nel 2014 hanno fatto la valigia in 5.345, il 64% in più dell’anno precedente. Molti sono partiti per Tunisia, Romania o Bulgaria, dove 800 euro al mese pagati dall’Inps sono una mezza fortuna. L’ultima moda è però un’altra: andare in quei paesi — il più gettonato è il Portogallo — dove lo stipendio mensile si incassa al lordo, senza pagare un euro all’Agenzia delle entrate. Basta vivere 183 giorni l’anno nel paese, assumere lo status di “residente non abituale” e per dieci anni la pensione è esentasse. L’Inps l’accredita lorda, come previsto dagli accordi bilaterali. E l’erario locale non effettua alcun prelievo (Livini, Rep).

Pensionati 2 Remo Romandini, ex bancario di San Benedetto del Tronto: «Sono separato, ho 67 anni, due figli che lavorano fuori dall’Italia e tanta voglia di ricominciare una nuova vita. Qualche mese fa ha preso il mappamondo, consultato centinaia di siti di consulenza all’espatrio, fatto 3 settimane di visita in loco». E alla fine ha deciso: «A inizio 2016 vado a vivere a Sesimbra, mezz’ora da Lisbona, su un promontorio che pare Portofino. Pagherò 300 euro d’affitto per un bilocale fronte-mare, 10 euro per mangiare ottimo pesce al ristorante ». Ma soprattutto vedrà la sua pensione crescere dalla sera alla mattina — del tutto legalmente — del 30%. «Quanto prendo non glielo dico ma confesso che solo di Irpef risparmierò 15mila euro l’anno». Come dire che ogni mese, grazie alle generose agevolazioni del fisco portoghese, si troverà in tasca 1.250 euro in più (ibidem).

Netflix Da ieri è disponibile anche in Italia Netflix, la più grande rete di Internet tv al mondo, ovvero serie, film e documentari da vedere in streaming a partire da 7,99 euro al mese. Si può vedere alla tv (se connessa alla Rete), sui computer, sui tablet e sugli smartphone. Tra le serie già online c’è Marco Polo, che qualcuno ha già battezzato «Il Trono di spade di Netflix» ed è lo show più costoso prodotto dalla rete (90 milioni di dollari). Il nostro Pierfrancesco Favino, fan di Netflix della prima ora, tanto che nella sua casa americana si è abbonato al servizio Usa anni fa, sarà il padre del mercante veneziano mentre il protagonista è l’italianissimo Lorenzo Richelmy. Altri titoli: Narcos che racconta la lotta al narcotraffico negli anni 80; la fantascientifica Sense8 dei fratelli Wachowski (quelli di Matrix ) con Daryl Hannah e altre 7 persone legate in modo misterioso tra di loro; Grace and Frankie con Jane Fonda e Lily Tomlin che diventano amiche quando i loro mariti fanno coming out e ammettono di amarsi; Daredevil , sull’eroe dei fumetti.

Delitto Vito Amoruso, 47 anni. Residente a Torino, scapolo, allenatore di una squadra di calcio a 5, alle spalle una condanna per appropriazione indebita, mozzarelle per quasi mezzo milione di euro, nel 2002, da un anno era titolare di una ditta che importava prodotti tipici dalla Puglia, da dove venivano i suoi genitori. Descritto da chi lo conosceva come una «bravissima persona, sempre gentile, che pensava soltanto al lavoro». L’altra mattina come d’abitudine uscì di casa e si diresse verso il caseificio Castoro, dove ogni mattina faceva spesa di formaggi, ma ad aspettarlo a bordo di una Fiat 500 scura c’era qualcuno che appena lo vide uscì dall’auto e gli sparò un colpo di fucile nella schiena. Morto poche ore dopo in ospedale. Alle 7.30 di giovedì 22 ottobre in via Valdieri, a poche centinaia di metri dal palazzo di giustizia di Torino (Petrizzelli, Cds).

(a cura di Roberta Mercuri)