La Stampa, 23 ottobre 2015
I titoli delle Poste vanno a ruba, prezzo probabile a 6,75 euro, incasso per il Tesoro di tre miliardi
L’Ipo di Poste fa il pieno e le azioni si avviano a essere collocate a 6,75 euro l’una, a metà dell’intervallo di prezzo indicato all’inizio dell’operazione (6-7,5 euro) per portare l’azienda delle lettere in Borsa. Per la maggiore delle privatizzazioni del governo Renzi si sono messi in coda investitori grandi e piccoli. Gli ordini raccolti al termine dell’offerta (ieri alle 13,30 ora italiana) risultano pari a quasi quattro volte le azioni offerte. Minore è invece il moltiplicatore (3/3,5 volte) se si considera la domanda degli aspiranti nuovi soci disposti a rilevare i titoli nella parte alta della forchetta ristretta (6,5-6,75 euro) individuata nell’ultima fase del collocamento.
Ieri sera si è tenuta una riunione delle banche del consorzio per definire il prezzo che sarà ufficializzato questa mattina. Salvo sorprese, verrà fissato a 6,75 euro: a questo valore il Tesoro incasserà per il 34,7% del capitale messo in vendita (38,2% con le greenshoe) 3,06 miliardi di euro o, più probabilmente, 3,36 miliardi dando per scontato l’esercizio dell’opzione di sovrallocazione.
Poste Italiane avrà una capitalizzazione complessiva di 8,8 miliardi. È la quotazione europea più grande del 2015. Il gruppo guidato da Francesco Caio debutterà a Piazza Affari martedì.