Corriere della Sera, 23 ottobre 2015
Rapporto da Lima, la città dove non piove mai
La chiamano la «città triste» perché è quasi sempre coperta da una fitta coltre grigia ma quando il cielo si apre – ed in questo periodo di inizio primavera comincia a non essere più una rarità – Lima è in grado di mostrare tutte le sue attrattive. Che vanno, è vero, cercate con curiosità, tra la mescolanza di aspetti che la città offre al primo sguardo di chi vi si avvicina. La parola chiave della capitale del Perù, è infatti «fusion», la fusione di razze, di stili architettonici, di cibo. Tutto sullo sfondo dei contrasti propri dei paesi dell’America latina.
Il Perù è comunque un caso a se stante nel continente sudamericano, se si considera che da cinque anni la sua economia cresce a ritmi costanti e che le attuali difficoltà dei cosiddetti paesi emergenti, col Brasile caduto in recessione, non hanno intaccato il ritmo di sviluppo. Anche se il forte ribasso del prezzo del rame di cui il paese è il secondo produttore al mondo, rappresenta un serio rischio per il futuro. Mentre la prospettiva delle elezioni presidenziali, il prossimo anno, sta portando al rallentamento delle attività, tipico dell’avvio di campagne elettorali incerte e sentite.
A Lima, capitale del Paese, lo sviluppo è stato continuo e massiccio: la città conta ormai 13 milioni di abitanti – erano 8,5 milioni nel 2007 e 661 mila nel 1940 – e sulle colline della periferia, immediatamente alle spalle del centro storico, spiccano baracche e favelas frutto soprattutto delle migrazione dalle zone montane delle Ande degli anni 80. C’è traffico, tanto traffico per tutta la settimana, ma ciò non toglie che una volta capito come funziona il flusso delle macchine, ci si possa muovere con sufficiente disinvoltura. I taxi, consigliati Easy, Uber e Satelital, sono a buon mercato. La città ha conosciuto periodi di instabilità e di violenza – dal terrorismo e dalla guerriglia dei primi anni Novanta alla corruzione della seconda fase della presidenza di Alberto Fujimori, a sua volta autoritario e violento – ma ora, da qualche anno le cose sono cambiate.
Le vie sono più sicure, alcuni quartieri più frequentati dai turisti, come Miraflores, sono video sorvegliati, ed è sufficiente osservare precauzioni minime di comportamento per evitare spiacevoli sorprese. Lima si snoda lungo le coste dell’oceano Pacifico, dominandolo dall’alto ed è diventata una città moderna, piena di giovani, con un’intensa vita culturale e con ristoranti dalla cucina fusion sofisticata, ormai obiettivo e meta di molti turisti.
Se fino a qualche tempo era considerata solo la prima tappa verso il viaggio alla scoperta degli incredibili tesori del Perù – uno su tutti, le rovine del Machu Picchu – oggi la città merita una visita ad hoc, una sosta prolungata per assaporare, cucina, divertimenti e arte. A Lima non piove mai, o quasi mai, il clima è più mite in primavera, da ottobre a dicembre, ed in estate, da dicembre a febbraio, ci si può divertire di più sulle spiagge. Tenendo comunque conto che, invece, per le mete più ambite e battute, come Cusco o Machu Picchu, conviene andare durante la stagione secca che va da giugno ad agosto.
Arrivando a Lima – all’areoporto è meglio affidarsi ai Green taxi per il trasporto in città – il consiglio è di dare un primo sguardo alla città ricorrendo ad un tradizionale tour turistico. Fa risparmiare tempo e dà la possibilità a chi avrà più tempo da trascorrere in città di fissare i luoghi in cui tornare per approfondire la visita. I tour migliori sono quelli che propongono la visita del centro storico – Plaza San Martin con il glorioso ma decadente Hotel Bolivar, la Plaza de Armas, con l’imponente cattedrale e i palazzi gialli, la Chiesa di Santo Domingo e il barocco Monastero di San Francesco con le sue inquietanti catacombe che espongono circa 70 mila ossa – e quelli che invece offrono il giro a piedi fra i palazzi coloniali, tra cui spicca la Casa de Aliaga, in parte ancora abitata dalla famiglia, con il suo lussureggiante giardino interno.
Il giro dei musei non può prescindere dalla visita del Museo Larco, bellissima e ricchissima esposizione di oggetti precolombiani che offre anche una ricca collezione di arte erotica, sempre precolombiana, e apre al pubblico l’immenso deposito di ceramiche e vasi non esposti e catalogati. Il Museo Larco si trova al confine del quartiere San Isidro, il più elegante e residenziale, dove si snoda la via dello shopping più esclusivo (Conquistadores). Per il divertimento è Miraflores il quartiere da visitare: lì si trovano i Casinò e, proseguendo verso l’oceano, negozi e bar. Il centro commerciale più frequentato è LarcoMar, tre piani di boutiques di marchi internazionali e peruviani, e di piccoli ristoranti, scavati nella roccia dai quali si può guardare il mare affollato dai surfisti, che arrivano a Lima proprio per cavalcare le onde.
Il quartiere che più degli altri simboleggia la modernità di Lima è però Barranco, dove tra gli edifici coloniali, in gran parte ristrutturati, sorgono gallerie d’arte, piccoli caffè in cui soffermarsi per l’aperitivo, ristoranti sofisticati e boutiques artigianali. «A Barranco c’è la promessa del futuro», afferma Bashar Azzouz consulente finanziario americano, che sintetizza così la sfida di sviluppo della nuova Lima.