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 2015  ottobre 23 Venerdì calendario

I furbi impiegati del Comune di Sanremo: timbravano e poi se ne andavano per i fatti loro

Certo, le immagini si commentano da sole. Che si può aggiungere davanti al video del vigile urbano che timbra il cartellino in mutande per tornare a casa a dormire? Come giudicare un genitore che non si presenta al lavoro ma manda la figlia (minorenne) a timbrare per lui? E che dire del dipendente ripreso durante gli allenamenti di canottaggio che però nello stesso tempo risulta presente in ufficio?
La giudice delle indagini preliminari Alessia Ceccardi chiama tutto questo «disprezzo per il lavoro». Nell’ordinanza con la quale ha preso provvedimenti contro 43 lavoratori del Comune di Sanremo (35 ai domiciliari, otto con obbligo di firma) descrive «abituali e diffuse condotte fraudolente da parte di un numero rilevante di dipendenti comunali». Un sistema che il sostituto procuratore di Imperia Maria Paola Marrali definisce «scellerato» al punto da domandarsi: «È mai possibile che all’interno di un ufficio non ci si avveda di una situazione così grave?».
Appunto. Com’è possibile che nessuno abbia notato impiegati che timbravano per altri, che uscivano senza farlo o che dichiaravano sistematicamente di aver dimenticato la «strisciata» per certificare orari d’ingresso e d’uscita? Eppure i filmati della Guardia di finanza, che per due anni ha tenuto sotto controllo 271 dipendenti su un totale di 528, mostrano uomini e donne in coda che guardano i colleghi strisciare uno, due o più cartellini. Uno per se stessi e gli altri per l’assente o gli assenti di turno.
Dal punto di vista giudiziario si chiama truffa aggravata e falso in atto pubblico (gli inquisiti sono 236). Ma è anche, come scrive la giudice, quel «disprezzo per il lavoro mostrato in un momento in cui averne uno o conservarlo è per molti ragione di sopravvivenza, e non averne o perderlo, ragione di morte e disperazione. Un disprezzo che consente agli indagati di asservire l’ufficio pubblico alle proprie esigenze private, svuotando così di qualunque senso e significato i meccanismi di controllo».
In un altro passaggio dell’ordinanza si parla del danno economico per il Comune di Sanremo: «Dal punto di vista del singolo lavoratore è spesso modesto» ma «ciò che è grave e rende grave e odioso ogni singolo fatto è questa visione sprezzante e svilente di un lavoro che anzi, per essere pubblico, richiederebbe maggior coscienza e responsabilità».
Ieri sera il sindaco Alberto Biancheri si è detto «in grossa difficoltà nel sopperire a questa grave mancanza di personale» e ha annunciato «gravi problemi in settori come edilizia e anagrafe». L’amministrazione deciderà nelle prossime ore quali provvedimenti prendere nei confronti degli indagati, dieci del quali sono funzionari. Molti di loro sono scoppiati in lacrime davanti ai 150 uomini del capitano Jacopo Allera che per tutto il giorno hanno perquisito decine di uffici e abitazioni.
I fatti contestati si riferiscono tutti all’anno 2014: dodici mesi di assenteismo che, in alcuni giorni è arrivato oltre il 70%, centinaia di ore di straordinario pagate e mai fatte. E non uno che si sia ravveduto quando uno scandalo simile ha coinvolto il vicino Comune di Taggia.