Il Sole 24 Ore, 22 ottobre 2015
Pechino, in netta crescita le domande di brevetto italiane: dal 2010 è aumentato del 21,6%. Oggi l’Italia è il 7° Paese europeo per numero di richieste indirizzate all’ufficio brevetti cinese
Crescono i brevetti italiani all’ombra del “Dragone”.
Dal 2010 il numero delle domande di brevetto italiane in Cina è cresciuto del 21,6%. Con 1978 richieste indirizzate nel 2014 all’ufficio brevetti cinese (Sipo), l’Italia si attesta il 7° Paese europeo per numero di domande inoltrate, dietro Germania, Francia, Svizzera, Olanda, Regno Unito e Svezia.
È solo una parte della fotografia scattata alcuni giorni fa a Lione, dove lo European Patent Office (Epo) e il China’s State Intellectual Property Office (Sipo) hanno celebrato 30 anni di cooperazione bilaterale.
Dall’85, infatti, l’Epo supporta la Cina nello sviluppo del proprio sistema brevettuale. Epo e l’ allora Ufficio brevetti cinese (Cpo, predecessore di Sipo), avevano, infatti sottoscritto il loro primo accordo formale a metà anni ’80. Dalla sola formazione l’assistenza si è trasformata da solo tecnica a strategica. E ha dato a Epo la possibilità di accedere al database dei brevetti cinesi, una preziosa miniera di informazioni tecniche, essenziali per conoscere meglio le aziende e il loro grado di innovazione. Un cooperazione che ha dato i suoi frutti anche in termini di registrazioni.
Le domande di brevetto delle aziende cinesi all’Epo crescono del 30% annuo dal 2005 e sono più che raddoppiate dal 2010. Nello stesso periodo, le richieste ad Epo da parte del resto del mondo sono aumentate solo del 3 per cento. Nei soli primi 6 mesi del 2015, le domande giunte a Epo dalla Cina sono cresciute del 33% rispetto al 1° semestre 2014. Sul lato opposto, le società europee hanno accelerato il flusso di brevetti richiesti in Cina, con una crescita media del 5% (incremento che tiene il passo di quello registrato per le aziende Usa) per numero di domande presentate a Sipo negli ultimi 5 anni.
«La cooperazione tra i due uffici – ha detto il Presidente di Epo Benoît Battistelli – si è rivelata determinante per lo sviluppo di un sistema di proprietà intellettuale moderno ed efficiente in Cina e rafforza la capacità delle nostre aree come centri primari di innovazione a tutto vantaggio degli scambi commerciali». «In oltre 30 anni – ha sottolineato il Commissario di Sipo Shen Changyu – il sistema dell’IP cinese è cresciuto, partendo quasi da zero fino a raggiungere i picchi attuali. Sono convinto che il proseguo della cooperazione contribuirà ancora di più all’economia e alla competitività di Europa e Cina».