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 2015  ottobre 22 Giovedì calendario

«Usare la tv per arrivare alle persone è stata una scelta positiva ma non nascondo le difficoltà, dopo la vittoria non avevo più privacy». Parla Suor Cristina, la sorella che cantò "Like a Virgin di Madonna" a The Voice of Italy e che ora pensa a Sanremo

Suor Cristina è tornata. Dopo la vittoria a The Voice of Italy 2014, dopo le polemiche che seguirono il video di Like a virgin, Cristina Scuccia s’era eclissata. Uno schiaffo alla notorietà, una pietra sopra gli 80 milioni di visualizzazioni dei suoi video, a cominciare da quello del travolgente debutto nel talent della Rai. Archiviati i complimenti di Alicia Keys e Whoopi Goldberg, dimenticati i messaggi divertiti di Lady Madonna Ciccone che su twitter scrisse “Sisters for life!”, sorelle per sempre, Suor Cristina s’è presa quasi un anno di pausa: «Ma non me ne sono mai andata, in questi mesi ho fatto il giro del mondo», ribatte sorella soul seduta in un salottino nel convento delle suore Orsoline di Milano, a due passi dall’asilo dove, quand’è in città, si occupa di 30 bambini: «Sono stata in Giappone, in Francia, in Germania, in Spagna. E sono appena tornata dall’Argentina, Buenos Aires, dove abbiamo in piedi un progetto molto interessante di cui però non posso ancora dire molto».
È stata nella città di Papa Francesco? «Sì, e sono andata subito a visitare la cattedrale dove il santo padre celebrava la messa: è stato emozionante». A 27 anni sulle orme di Papa Bergoglio, Suor Cristina studia come prima artista globale dell’era di Francesco: «È lui che ci ha detto: uscite, andate nelle periferie». E se gli si fa notare che finora ha però frequentato più studi tv che favelas, non si scompone: «Sì, ma anche queste sono occasioni per lanciare un messaggio di pace e di amore, il motivo per cui scrivo le mie canzoni».
All’inizio di settembre ha girato un video con la cantante 14enne portoricana Alanis Sophia Gonzales e con il ballerino argentino Juan José Marco. Poi ha incontrato il cantante e attore 21enne messicano Xabiani Ponce De León, amato dai giovanissimi per la partecipazione alla serie Disney Violetta.
Tutte collaborazioni intorno al progetto di un album per il mercato spagnolo che uscirà in Brasile all’inizio del 2016: «Canzoni in portoghese, molte scritte da me. Abbiamo cercato il giusto mix tra inediti e cover, anche se io avrei preferito tutti inediti perché questo avrebbe significato puntare tutto sul messaggio». A dicembre, prima dell’album, l’aspettano in Vietnam, paese a maggioranza buddista in cui i cristiani sono meno del 10%, quasi una missione artistico- pastorale: «Un tour di cinque date. Poi andrò a Malta per il concerto di Natale, uno show di beneficenza per la Caritas in attesa di partire nuovamente per l’Australia». A febbraio però c’è il Festival di Sanremo: «Mi piacerebbe andare e tra tanti brani penso anche di avere la canzone giusta».
La suora globetrotter non si ferma mai: «È una grande opportunità che mi viene data». Sembrano lontani i giorni di The Voice, o di quando a Comiso inseguiva il sogno di cantare: «I miei amici potevano pensare alla scuola e ai divertimenti, io per poter pagare le lezioni di canto ero costretta a lavorare, in pizzeria, in panificio, ho fatto persino la promoter di depuratori d’acqua, ce l’avevo un po’ con Dio». La partecipazione a The Voice le ha cambiato la vita: «Sono andata per lanciare un messaggio e mi è successo tutt’altro, è stato come un fulmine a ciel sereno. Ma usare la tv per arrivare alle persone è stata una scelta positiva ma non nascondo le difficoltà, dopo la vittoria non avevo più privacy».
Per Like a virgin venne criticata all’interno della chiesa: «Un vescovo disse che non condivideva la scelta. Ma potrei rispondergli che l’autore Billy Steinberg mi ha voluto incontrare per ringraziarmi e per dirmi che quando scrisse il brano l’aveva pensato esattamente come l’ho inteso io. Si può parlare d’amore non per forza nominando Dio, la mia idea è di fare musica senza chiuderla all’ambiente ecclesiastico, restringerla alla chiesa esclude gli altri, il mio obiettivo invece è di raggiungerli. Bisogna parlare con un linguaggio più aperto». Papa Francesco dice di aprire la chiesa ai divorziati e agli omosessuali: «Come lui anch’io dico: chi sono per giudicare. Lo amo alla follia, Francesco parla nella sincerità e nella spontaneità. Dietro a ogni scelta c’è la persona che ha bisogno d’amore e va amata a prescindere. Cristo è venuto come un medico per curare i malati nello spirito, non i sani. E la chiesa per me è come un grande ospedale».