21 ottobre 2015
Ville e castelli pagheranno l’Imu • Cresce in Italia l’e-commerce • Anche Madre Teresa aveva timore di morire • Chi legge libri è più felice • Il pensionato che ha ucciso un ladro
Manovra Poche ore prima di trasmettere il disegno di legge di Stabilità al Quirinale e alle Camere, Matteo Renzi annuncia che castelli, grandi ville a abitazioni signorili continueranno a pagare l’Imu, l’imposta sul valore dell’immobile. Il presidente del consiglio lo scrive su Facebook: «I castelli, a differenza di quanto si dice con tono scandalizzato, pagheranno. Ironia della sorte furono parzialmente esentati dai governi successivi, anche di centrosinistra». A continuare a pagare saranno le abitazioni principali che rientrano nelle categoria catastali A1, A8 e A9, e cioè abitazioni di tipo signorile, ville con grandi parchi a uso esclusivo e castelli. Sono in tutto 75 mila, continueranno a pagare l’Imu con un’aliquota compresa tra il 2 e il 6 mille (a decidere è il sindaco). Producendo un gettito di 85 milioni di euro. Sul resto della ddl di Stabilità, però, il premier tiene il punto. Sull’elevazione da mille a 3 mila euro della soglia per le transazioni in contanti, ad esempio, dice che «è una misura per aiutare i consumi e sbloccare molte famiglie italiane. Il limite del contante non aiuta l’evasione, né la combatte».
E-commerce Secondo i dati Netcomm-Politecnico di Milano, il valore degli acquisti online nel nostro Paese quest’anno raggiungerà i 16,6 miliardi di euro, crescendo del 16% rispetto al 2014. Contribuiscono alla crescita complessiva settori che hanno trainato il mercato in Italia fin dall’inizio, come il turismo che cresce del 14% e da solo vale 7.762 milioni di euro, quasi la metà delle vendite online, ma si fanno largo anche settori come alimentari e arredamento, nei quali gli italiani erano tradizionalmente restii ad acquistare online. Cresce anche l’editoria (+31%) (barbieri, Cds).
Madre Teresa 1 Quando voleva confessarsi Madre Teresa di Calcutta si rivolgeva a padre Rosario Stroscio, uno degli ultimi missionari cattolici ancora vivi e attivi in India, che da tempo ai missionari ha chiuso le frontiere: «Andavo a trovarla nella sua celletta: una branda, un tavolo, una panca, e crocefissi dappertutto. Cercava il volto di Gesù negli altri, e lo trovava nei morenti, negli handicappati, negli orfani, nelle donne rese folli dal carcere o dalle violenze. Sulla sua tomba ha voluto che fosse scritto, con i petali dei fiori: “Io non faccio nulla, fa tutto Lui”». Gli confidava «cose che ovviamente conosce e conoscerà solo il Signore [...] Posso raccontare questo: quando madre Teresa si sentì prossima alla fine, e l’arcivescovo di Calcutta mi mandò a chiamare perché le impartissi l’estrema unzione, anche lei aveva timore di morire. E tremava. La morte è terribile per tutti. Anche lei che era una santa, che aveva visto morire migliaia di derelitti, che era certa della vita ultraterrena così come era certa che il sole sorge e tramonta, anche lei aveva timore. Non paura; trepidazione, ecco. Trepidazione di presentarsi davanti a Dio. Il bello fu che quella volta non morì…» (Cazzullo, Cds).
Madre Teresa 2 Padre Rosario Stroscio su Madre Teresa: «Fu attaccata per la sua condanna dell’aborto. In molti la criticavano; ma era impossibile restare indifferenti di fronte a lei. Una volta venne a intervistarla una giornalista americana, prevenuta, altera. Rifiutò di mettersi a piedi nudi. Il suono dei suoi tacchi a spillo risuonava per il convento. Madre Teresa la ricevette mentre toglieva i vermi dal corpo di un moribondo, raccolto all’angolo della strada. Alzò lo sguardo, la vide, le disse: “Abbia pazienza, alla mia età non vedo più bene. Mi aiuterebbe?”. La giornalista si buttò ai suoi piedi in lacrime. Madre Teresa le aveva toccato il cuore. Era davvero una santa» (ibidem).
Libri 1 Gems (gruppo editoriale Mauri Spagnol) in occasione del suo decimo compleanno ha affidata a Cesmer, Centro di studi su mercati e relazioni industriali dell’Università di Roma Tre, una ricerca dal titolo “La felicità di leggere”. Ecco allora i risultati. Il più evidente: i lettori italiani sono complessivamente più felici dei non lettori. Lo dice un numero, l’indice di felicità complessiva (misurato con la scala Veenhoven, da 1 a 10): chi legge arriva a quota 7,44, chi non legge scende a 7,21, «una differenza statisticamente molto significativa», spiegano gli studiosi che hanno realizzato la ricerca (la media italiana è di 7,30). Altro elemento, altri sistemi di misurazione: secondo la scala di Diener e Biswas-Diener che misura la frequenza (da 6 a 30) di sei emozioni positive, i lettori hanno un indice superiore ai non lettori: rispettivamente 21,69 contro 20,93. Risultato: chi ama saggi e romanzi sperimenta emozioni positive più spesso di chi non si dedica ai libri. Allo stesso modo, e secondo la stessa scala, i lettori provano emozioni negative con minore frequenza rispetto a chi non legge: 16,84 contro 17,47. In particolare, i lettori si sentono arrabbiati meno frequentemente rispetto ai non lettori. Spiegazione: «La lettura offre preziosi strumenti cognitivi per affrontare le difficoltà» (Sacchi, Cds).
Libri 2 La maggior parte degli amanti dei libri legge dal lunedì al venerdì dalle 19 all’una di notte. Oppure durante il fine settimana, anche nel primo pomeriggio. Curiosità: su cento lettori, 69,63 non leggono sui mezzi pubblici o privati, meglio il letto (ibidem)
Libri 3 Secondo l’Istat il 58,6% degli italiani non ha letto un solo libro nei precedenti 12 mesi (ibidem).
Delitto Un uomo di 28 anni. Probabilmente romeno, l’altra notte, con due complici, ebbe l’idea di fare una rapina a Vaprio D’Adda (Milano) in una villetta dove vive con moglie, nuora e nipoti Francesco Sicignano, 65 anni, pensionato, ex imprenditore immobiliare originario di Terracina (Latina). In quella villa i ladri, in pochi mesi, c’erano stati già due volte, e dopo il primo furto il capofamiglia s’era comprato una calibro 38. Svegliato dai rumori, Sicignano balzò dal letto, si trovò davanti una sagoma scura con una torcia accesa e sparò un colpo che si conficcò nel cuore del ragazzo. Poi sparò ancora, agli altri due, che però riuscirono a fuggire. Notte tra lunedì 19 e martedì 20 ottobre in una villetta rosa villetta su tre piani al civico 9 di via Cagnola a Vaprio D’Adda, estremo lembo orientale della provincia milanese, al confine con quella bergamasca. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]
(a cura di Roberta Mercuri)