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 2015  ottobre 21 Mercoledì calendario

Giovani che bevono. Due storie ben scritte

«Reggo benissimo l’alcol, e il mio liquore preferito è il Malibù, un rum al cocco, lo puoi bere liscio senza niente, che buono!». Ginevra ha 17 anni, va in discoteca un paio di sere al mese: per bere nei locali servono 18 anni secondo la legge italiana. E invece: «Dài, nessuno ti chiede il documento, c’è un cartello al bar che dice “Alcol vietato ai minori”, però un drink te lo danno compreso nel biglietto e sei hai preso il divanetto ti arriva il secchiello con la bottiglia, che gliene frega a loro».
Ginevra adora le feste, i concerti, i cocktail, però «quando costano troppo, tipo 8 euro e dentro ci mettono poco alcol come accade sempre più spesso nei locali, si sboccia prima e fuori. Sbocciare vuol dire bere e lo dice il Pagante, li conosci no? Sono un trio milanese, due femmine e un maschio, se vai su YouTube hanno milioni di visualizzazioni. Vabbè, ti dicevo che prima delle feste, sbocciamo. L’ultima volta abbiamo preso una vodka alla panna e fragola che faceva proprio schifo, sembrava lo sciroppo per la febbre. Però siccome quando bevi fa figo farsi un selfie con la bottiglia, l’abbiamo usata per quello».
Ginevra non è mai arrivata a vomitare. «Non posso ubriacarmi. Il mio limite è mio padre. Severissimo. Mi lascia andare dove voglio ma se torno che sto anche solo un po’ male, finisce tutto, e se l’ha detto, lo fa. Quindi bevo, sì, ma a fine serata, quando mi viene a riprendere – ovvio, non mi lascia andare in macchina con gli amici – devo camminare dritta ed essere in grado di raccontare come è andata. Mia madre è astemia, mio padre beve poco e a cena con gli amici. Ti dico la verità? Una volta mi piacerebbe ubriacarmi, giusto per capire cosa si prova e cosa ti spinge così in fondo, ma alla fine anche quando potevo mi sono fermata in tempo».
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Francesco ha 17 anni, ha iniziato a bere a 14: «Birra alla prima superiore, dal secondo anno anche superalcolici, ora di nuovo solo birra. Ho smesso di bere superalcolici, soprattutto i cocktail perché costano troppo e non ti accorgi di quel che bevi, se ti fai quattro shottini di vodka ti ubriachi subito e finisce il divertimento, se poi ci metti sopra la Redbull che non è alcolica ma eccita, perdi il controllo del tutto e non va bene, quindi ci ho dato un taglio».
Francesco non ama la discoteca: «Sono un ragazzo da pub, d’inverno vado solo nei week end, in estate quasi ogni sera. Mi piace la birra, il boccale grande, fa tanto medioevo, è più da maschio». Beve perché «noi ragazzi fatichiamo a ballare da sobri, la birra scalda, ti dà un po’ di energia, movimenti la serata. Io ci tengo a dirlo che non bevo per emulare gli altri ma proprio perché mi diverto di più, limono di più, parlo con gente con cui non parlerei da sobrio, tocco gli altri, la festa diventa più bella e ti resta un bel ricordo. E poi non mi va di essere l’unico sobrio e di fare da mamma agli altri».
La mamma di Francesco sa che suo figlio si fa qualche birra: «Glielo dico senza problemi la sera quando torno, non perché non voglio che lo scopra lei, è che sto di grande chiacchiera e allora le racconto tutto. Lei mi ascolta e conta su di me, mi sento responsabile: so che posso bere, ma non voglio fare brutte figure. A dirla tutta, secondo me, la birra non è neanche alcol, il rum quello sì fa male. Le sigarette lo so, fanno venire il cancro, con l’alcol non ho idea di che cosa succeda, so che ti può venire la cirrosi se sei alcolista e anziano, ma non ora». Finchè è divertente bere? «Mentre bevi è sempre divertente, quando stai male non te ne accorgi più.»