La Stampa, 21 ottobre 2015
Otto domande per capire come funziona il nuovo canone Rai
Come sarà configurato il nuovo canone Rai?
Scenderà dai 113,50 euro all’anno attuali a 100 euro nel 2016, e a 95 dal 2017. Verrà pagato in 6 rate bimestrali da 16,66 euro l’una (15,83 successivamente), come voce a sé all’interno della bolletta elettrica. La decisione di non inserire l’intero ammontare in una sola bolletta è dovuta, spiegano dal governo, al rischio di veder incrementare la morosità: gli italiani si troverebbero infatti a dover pagare un consumo molto più alto tutto in una volta. La rateizzazione invece renderà meno «impegnativo» l’esborso.
Chi pagherà il canone?
Destinatari sono solo i residenti, proprietari o locatari di prima casa. Le compagnie elettriche sanno se la bolletta è sulla prima casa, perché sulla seconda, la terza e così via, il costo dell’elettricità è maggiore.
Lo pagherà anche chi non possiede un televisore?
No. Il canone sin dalla sua origine è una tassa sul possesso dell’apparecchio tv. Il governo sta studiando una nuova formulazione che comprenderà il televisore e altri mezzi di trasmissione (i vari device, pc, iPad e altri) che permettono la visione della programmazione Rai anche on demand: chi non avrà né tv né una connessione Internet, sarà esentato.
In che modo si potrà chiedere l’esenzione?
Attraverso un’autocertificazione. Appena ricevuto l’avviso Rai, su cui sarà indicata la data entro la quale chiedere l’esenzione, bisognerà compilare una dichiarazione da inviare all’Agenzia delle Entrate o alla Rai. Saranno loro poi a girare la comunicazione alla compagnia elettrica che a quel punto potrà sollevare dal versamento il proprio cliente. Trattandosi ancora della bozza di un decreto, non è escluso che l’autocertificazione alla fine possa anche essere inviata direttamente alla società fornitrice. Secondo l’Istat gli italiani che dichiarano di non avere un apparecchio tv sono solo il 3 per cento, pochi rispetto agli evasori, il 27 per cento.
Cosa succede se ho la tv ma autocertifico il contrario?
Commetto un reato. Di falsa dichiarazione. È una delle novità introdotte dal decreto ministeriale: questo tipo di condotta avrà un rilievo penale e non solo civile.
Come saranno effettuati i controlli?
L’onere della prova spetta al cittadino-cliente, ma sarà l’Agenzia delle Entrate a farsi carico degli accertamenti. Lo farà attraverso la banca dati nazionale chiamata «Sistema informativo integrato» annunciata dall’Authority per l’energia e il gas e che andrà a battesimo dal giugno 2016 con l’obiettivo di rendere più trasparente ed efficiente lo scambio di informazioni tra chi opera nella fornitura della luce elettrica (parliamo di quasi 500 società elettriche operative dopo la liberalizzazione del settore).
In che modo sarà punita l’evasione?
Nella legge di Stabilità è prevista una multa di 500 euro, cinque volte l’imposta. Ma la misura sta creando molti malumori anche all’interno del Pd, perché considerata una sanzione eccessiva. Parlamentari del Pd vogliono emendarla: «Se sarà così – spiega il sottosegretario con delega alle Telecomunicazioni Antonello Giacomelli – vorrà dire che resterà la norma attuale che prevede il pagamento di una multa che va da un minimo di due volte l’imposta base al massimo di sei volte tanto».
Quando entrerà a regime il nuovo canone?
Il governo spera nel febbraio 2016. Ma considerando i diversi ostacoli tecnici da superare, secondo le società elettriche è più probabile che sarà nel giugno 2016, contestualmente all’avvio del cervellone dell’Autorità energetica.