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 2015  ottobre 20 Martedì calendario

Allentamento dei limiti al contante, per il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti è «una scelta sbagliatissima, e un grande favore alla criminalità: aiuta a spendere meglio i proventi di un crimine, che sono quasi sempre in contanti»

“È una scelta assolutamente sbagliata, che va nella direzione opposta a quanto invece si dovrebbe fare”. Dopo diversi esperti e, domenica, il presidente dell’autorità Anticorruzione Raffaele Cantone (“sono assolutamente contrario”), è Franco Roberti, magistrato e procuratore nazionale antimafia a bocciare l’innalzamento della soglia per l’uso del contante – dai mille attuali a tremila euro – annunciato dal premier Renzi e inserito nella legge di Stabilità.
Dottor Roberti, è d’accordo con Cantone? “Una scelta sbagliata”.
È sbagliatissima. Favorisce l’evasione fiscale, la circolazione del “nero” e danneggia la lotta al riciclaggio di denaro frutto di reato. Cantone ha ragione anche su un altro punto. Non sarà risolutivo lasciare il limite a mille euro, ma cambiare continuamente le regole del gioco è un pessimo segnale per la legalità: danneggia gli onesti e chi è impegnato a contrastare e reprimere gli illeciti. Ma è anche un grande favore alla criminalità.
In che modo la favorisce?
Aiuta a spendere meglio i proventi di un crimine, che quasi sempre sono in contanti. Non dimentichiamo che l’estorsione è ancora il core business delle organizzazioni criminali più tradizionali. E tutto avviene attraverso il denaro cartaceo. Lo stesso vale per l’usura, e, in parte, per la corruzione. Si favorisce anche l’esercizio abusivo del credito.
Cioè gli strozzini?
Parlo di attività in concorrenza con le banche. L’usura è rischiosa, perché prima o poi l’usurato può denunciare tutto. Sembra incredibile, ma le organizzazioni criminali hanno messo in piedi delle vere attività di credito clandestine. E non applicano tassi usurai, ma pari o più convenienti delle banche. Così si riciclano i capitali illeciti. È la forma più subdola di riciclaggio, difficile da scoprire perché non c’è la vessazione dell’usurato. Chi riceve quel denaro non denuncia. E tutto avviene in contanti.
Secondo il premier la misura farà salire i consumi.
Certo, ma chi spende mille euro a botta cash? E comunque, basterebbe incentivare l’uso della moneta elettronica. In una relazione sull’efficacia della nostra normativa antiriciclaggio, il Fondo monetario internazionale ha sottolineato che la media Ue delle transazioni fatte con il contante è del 60%, quella italiana è dell’85%. Questo è il livello in cui siamo.
Come si incentiva l’uso delle “carte”?
Abbassando il costo del loro utilizzo, riducendo le commissioni. Ma bisogna fare i conti con le banche, e qui il capitolo si complica. Non capiscono che sarebbe loro interesse farlo, vista la concorrenza illegale.
Perché allora il governo ignora questi problemi?
Per lassismo. Sottovalutano il potere che ha l’economia criminale di distruggere quella reale. Per loro è solo un aspetto e non il cuore dei problemi che attanagliano il Paese. L’economia criminale dovrebbe essere il nemico numero uno. Se – come dice lo Svimez – il Paese è diviso in due, il Mezzogiorno è alla deriva e intere aree sono in mano alla criminalità, la causa sta proprio nel non aver capito che la questione meridionale è soprattutto una questione criminale. E non parlo solo di mafie. Per questo tornare indietro è sbagliato: la certezza del diritto e una giustizia efficiente aiutano l’economia reale.
In che direzione va questo provvedimento?
Opposta a quanto si dovrebbe fare, e ci chiedono Fmi e Ue.
Molti obiettano che in altri Paesi i limiti non esistono.
Un confronto insensato. Gli Usa o la Germania hanno un sistema sanzionatorio più efficace. E l’evasione fiscale non è di massa. Deve essere il governo a riaffermare l’importanza della lotta alla criminalità, e alla corruzione.
L’esecutivo ha ricordato di aver fatto la legge sull’anticorruzione.
Che ha dei limiti evidenti. Per rispettare i soliti equilibri non si sono previsti strumenti adeguati, come quelli usati nella lotta alle mafie. Servono risorse e regole certe.