Libero, 20 ottobre 2015
Buon compleanno Ragno Nero. Il leggendario portiere del Milan di Nereo Rocco compie 80 anni. E detiene ancora il primato di imbattibilità a San Siro: 1132 minuti senza prendere gol
Nessuno capiva, men che meno i tifosi, come quell’uomo altissimo riuscisse ad entrare nell’abitacolo e perfino a guidare la Fiat 500 bianca targata Trieste con cui si presentava a Milanello per gli allenamenti. La sua foto in piedi accanto alla vetturetta e con il Pirellone sullo sfondo finì in prima pagina su Sport Illustrato facendo sognare i cuori rossoneri, come diceva quel film, fin lassù «dove osano le aquile». Erano gli Anni ’60 e l’Italia cresceva, anche in altezza nel caso di Fabio Cudicini che dalla vetta del suo metro e 91 centimetri non aveva rivali in serie A, né tra i portieri come lui – il collega della Lazio, Bob Lovati, misurava un centimetro in meno – né tra i calciatori di ogni altro ruolo come Gino Raffin, goriziano di Cormons, che si fermava a 1,87. L’altezza media dell’uomo italico viaggiava ancora sul metro e settanta.
Ma al di là della stazza, quando nel 1967 Cudicini arrivò al Milan, voluto da Nereo Rocco che l’aveva conosciuto in fasce avendo giocato con il di lui padre Mino nella Triestina, pure portiere, fu accolto dalla stampa con un aggettivo, «anziano», che spiegava tutto senza remissione. Cudicini in effetti era già un atleta di lungo corso avendo debuttato in A undici anni prima con l’Udinese, per poi giocare 8 stagioni con una Roma da centroclassifica e arrivare a Milano dopo un anno di parcheggio al Brescia. Sembrava al capolinea, invece in 5 anni al Milan seppe vincere tutto: scudetto e Coppa delle Coppe (1968), Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale (69), Coppa Italia (72) diventando un mito senza tempo.
È anche per questo che oggi i tifosi rossoneri, ma anche i grandi collezionisti delle figurine Panini, certo avranno un pensiero gentile e un attimo di sgomento considerando che Fabio Cudicini spegne 80 candeline. «Ma il pranzo per festeggiarlo lo faremo solo nei prossimi giorni – spiega il figlio più grande, Stefano, 55 anni, che assieme all’attivissimo papà manda avanti l’azienda di pavimentazione e rivestimenti, la Cudicini srl, in zona Fiera, a Milano -, quando anche Carlo, che vive a Londra, potrà essere qui con noi». Carlo Cudicini, ex Chelsea e oggi allenatore della Under dell’Eire, ha rappresentato la terza generazione di portieri della famiglia, dopo nonno Mino e papà Fabio.
Ma torniamo al festeggiato per ricordare che, se alla Roma Cudicini era diventato famoso, più che per le parate, per i maglioni sgargianti (il giallo e il verde i suoi preferiti) con cui in campo sfidava la moda del nero, imperante tra i suoi colleghi, fu proprio un completo nero (maglia più calzamaglia in tinta per ripararsi dal freddo) che indossò in Coppa contro il Manchester United, in una serata di memorabili parate, a dargli la consacrazione e il soprannome definitivo di Ragno nero, con cui oggi avrebbe rischiato di diventare una celebrità mondiale, se non un supereroe quantomeno sul mercato asiatico del merchandising calcistico, assieme a un Milan con una formazione da recitare grosso modo così: Cudicini, Anquilletti, Schnellinger, Fogli, Rosato, Malatrasi; Sormani, Lodetti, Combin, Rivera, Prati. Una squadra fortissima, arcigna come tutte quelle disegnate da Rocco, a cominciare da una difesa che in quegli anni non fece sconti a nessuno a livello mondiale, né agli argentini dell’Estudiantes nella feroce battaglia di Buenos Aires, né all’emergente Ajax di Johann Cruijff, né all’assalto di Manchester. «Ma la difesa più forte del Milan è stata, nonostante tutto, quella con Tassotti, Baresi, Costacurta e Maldini, perché il loro era un modo di giocare più evoluto, stavano in linea, mentre noi giocavamo incollati agli attaccanti», ricorda Fabio, che continua a seguire il Milan («nonostante il momento difficile, vado sempre allo stadio con mia moglie Serena e i miei nipoti») e al quale in carriera è mancata solo la Nazionale: «Prima a chiudermi c’erano Buffon e Ghezzi, poi arrivarono Albertosi e Zoff».
Ma il record di imbattibilità a San Siro, 1132 minuti senza prendere gol, è ancora suo. Evviva gli 80 anni del Ragno Nero.