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 2015  ottobre 20 Martedì calendario

L’Inter ha chiuso il bilancio al 30 giugno 2015 con una perdita netta di 74 milioni

L’Inter ha chiuso il bilancio al 30 giugno 2015 con una perdita netta di 74 milioni. Un passivo che avrebbe potuto essere più contenuto se la dirigenza del club non avesse deciso di spesare nel bilancio 2014/15 alcune poste contabili negative relative alla stagione in corso in modo tale da alleggerire il bilancio 2015/2016 e raggiungere più facilmente il deficit di 30 milioni di euro concordato con la Uefa. Tra queste sono comprese, tra l’altro, lo stipendio dell’ex tecnico Walter Mazzarri e del suo staff. Senza questi oneri non ricorrenti infatti il rendiconto si sarebbe chiuso con un rosso di 45,3 milioni, in linea dunque con le previsioni contenute nel prospetto fatto circolare la scorsa primavera in occasione del roadshow della società nerazzurra per il collocamento del bond da 300 milioni. Operazione che poi non era andata in porto per la mancanza di investitori disposti a sottoscrivere il prestito obbligazionario al rendimento (giudicato troppo basso) offerto da Thohir. Il cfo Michael Williamson ha inoltre spiegato che l’obiettivo della società è chiudere l’esercizio 2015/16 con un rosso contenuto a 30 milioni, in linea con quanto previsto nell’intesa siglata con l’Uefa dopo lo sforamento del fair play finanziario nelle scorse stagioni. «I risultati finanziari per l’anno 2015 evidenziano che stiamo conducendo il club e il nostro business nella giusta direzione; i ricavi commerciali crescono e il mol è positivo e ciò rappresenta un importante risultato per la società», ha spiegato il presidente dell’Inter Erick Thohir nel corso dell’assemblea dei soci che ha approvato il bilancio. Nel rendiconto emergono inoltre particolari interessanti. In primo luogo il fatto che la situazione finanziaria del club non è completa. Infatti una nota della società di revisione Deloitte fa notare che il club «non è tenuto alla redazione del bilancio consolidato in quanto dal mese di aprile risulta controllato da International Sports Capital» e quindi bisognerà attendere questo bilancio per conoscere i particolari del rendiconto nerazzurro. A questo proposito, sotto la lente c’è il debito. Nel bilancio civilistico dell’Inter non figura infatti il debito da 230 milioni nei confronti di Goldman Sachs e Unicredit, che fa capo alla Inter Media and Communication, società controllata dal club nerazzurro. Tra le passività invece figura un versamento a titolo di finanziamento fruttifero effettuati da Erick Thohir e dai suoi soci indonesiani nei confronti dell’Inter da oltre108 milioni, su cui «maturano interessi, in accordo con le diverse tranche versate, a un tasso compreso tra l’8 e il 9,5%», si legge nel documento. Anche se fonti interne al club spiegano che questi interessi non sono stati pagati. Le prime tranche, versate nei mesi di maggio, giugno e dicembre 2014, prevedono un rimborso entro il 29 maggio di ogni esercizio, ma tale versamento è prorogabile di anno in anno fino alla scadenza definitiva, fissata per il 29 maggio 2020. Il bilancio inoltre segnala che alcuni contratti stipulati per l’acquisto dei giocatori nella campagna acquisti 2015-2016 prevedono conguagli al verificarsi di specifici risultati sportivi che potrebbero determinare un’esposizione della società a esborsi per massimi di 52 milioni.