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 2015  ottobre 20 Martedì calendario

A che cosa serve (e a che cosa non serve) l’agopuntura

Scordatevi le cineserie, gli applausi e gli strali sulle terapie alternative, la medicina olistica e qualunque altra cosa di non scientifico vi viene in mente a sentir parlare di agopuntura. Perché a processarla, e per molti versi, a promuoverla oggi sono proprio i sacerdoti della Evidence based medicine: i severi inglesi della Cochrane collaboration, gli americani dei National Institutes of Health, ma anche i tecnici del nostro Istituto superiore di sanità. Che ha organizzato nei giorni scorsi a Bologna il Simposio internazionale sulla ricerca in agopuntura, in collaborazione con l’Associazione Medici Agopuntori Bolognesi, proprio con l’obiettivo di superare lo scetticismo di parte della comunità scientifica fornendo prove certe di efficacia. Che ci sono. E dicono con chiarezza quando gli aghi sono una soluzione. Fino a oggi gli studi più convincenti, tra cui alcune revisioni Cochrane, confermano infatti l’efficacia dell’agopuntura per trattare il dolore cronico – in patologie come artrosi, fibromialgia, mal di testa – oltre che nel trattamento del travaglio da parto e della nausea post operatoria e da chemioterapia. Spiegandone razionalmente i meccanismi di azione che si sviluppano su vari fronti: «Sappiamo che l’agopuntura innesca nell’organismo una reazione elettrica e biochimica – spiega Carlo Maria Giovanardi, presidente della Fisa (Federazione italiana società di agopuntura) – attraverso un meccanismo definito gate control. Gli aghi bloccano la risalita dell’impulso doloroso dalle zone periferiche al cervello. E al tempo stesso stimolano la produzione di oppioidi endogeni come le endorfine». Diversi tipi di stimolazione permettono di attivare reazioni diverse, ottenendo effetti immediati o a lungo termine, secondo le necessità. «Uno studio recente apparso su Nature Neuroscience conferma che gli aghi stimolano la produzione di adenosina una sostanza antiinfiammatoria e antidolorifica», prosegue Giovanardi. E tramite gli oppioidi l’azione degli aghi influisce anche sul sistema endocrino, il che spiega perché l’agopuntura sia utilizzata per trattare disturbi della fertilità. Gli studi più nuovi, però, sono quelli di genomica per capire l’effetto degli aghi a livello molecolare. Dubbi, invece, rimangono, stando agli studi scientifici, sull’efficacia degli aghi per curare asma, fibromi uterini, insonnia, schizofrenia, sindrome dell’intestino irritabile, e per smettere di fumare. Anche se è probabile che l’efficacia della terapia sia sottostimata. «Vediamo studi validi dal punto di vista metodologico ma che utilizzano tecniche di agopuntura poco credibili: pochi punti, o gli stessi punti per tutti i pazienti, mentre l’agopuntura è per definizione un trattamento personalizzato», spiega Giovanardi. Tanto che le ricerche più nuove usano un certo numero di punti standard, uguali per tutti, lasciando libero il medico di aggiungerne altri. Ma non è tutto: le prove di efficacia in medicina si hanno facendo un confronto tra la terapia e il nulla. Nel caso dell’agopuntura, il nulla con cui si fa il confronto è la cosiddetta “agopuntura sham” che prevede punture superficiali o aghi applicati in punti diversi da quelli codificati. «Ma oggi sappiamo che l’agopuntura sham non è davvero inerte, perché i punti non sono entità isolate. Tra gli stessi agopuntori non sempre c’è consenso sull’esatta collocazione degli aghi- spiega Giovanardi – tanto che in genere anche il trattamento “sham” risulta in qualche modo attivo: se li leggiamo in questo modo, gli studi acquistano un altro significato». Una revisione Cochrane, ad esempio, stabilisce che l’agopuntura non è efficace come supporto alle tecniche di procreazione assistita: «Ma analizzando la ricerca si vede che questo vale se il confronto è con l’agopuntura sham, ma quando si confronta il gruppo trattato con agopuntura con un gruppo di controllo sottoposto soltanto alla fecondazione in vitro, la differenza emerge». Tanto che uno studio apparso nel 2014 su PLOS suggerisce di utilizzare per i gruppi di controllo altri strumenti. Come hanno fatto i ricercatori tedeschi che, in uno studio pubblicato su Pain, hanno valutato l’efficacia di un trattamento con agopuntura laser su bambini con mal di testa, esponendo il gruppo di controllo a una luce che imitava il laser senza averne gli effetti: «Questo studio è stato interrotto dal comitato etico, perché si è visto che gli effetti del laser erano superiori al placebo», ricorda Giovanardi. E le solide conferme di efficacia hanno convinto l’Emilia Romagna a comprendere gli aghi nei livelli essenziali di assistenza per trattare dolore ricorrente o cronico lombare, e alcune forme di cefalea. «A livello nazionale, non sono erogabili dal Ssn, fatta eccezione per le indicazioni anestesiologiche – ricorda Alice Fauci dell’Iss – ma le regioni si muovono autonomamente, e molte Asl hanno ambulatori che offrono prestazioni di agopuntura, a fronte del pagamento di un ticket». E la Toscana ha un progetto speciale.