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 2015  ottobre 19 Lunedì calendario

Djokovic, il re del tennis ha guadagnato 14 milioni di euro in un anno

Due settimane da dio. Un flusso inarrestabile di emozioni, sensazioni, palpitazioni. E di vittorie. Novak Djokovic al momento è un mostro sovrannaturale che non sconfigge i nemici, li annienta: «Tra Pechino e Shanghai, sono stati i quindici giorni migliori della mia vita e della mia carriera. Non mi sono mai sentito stanco, ho avuto una gestione perfetta delle energie, sono rimasto concentrato e ho tenuto un livello altissimo fin dalla prima partita di questi due tornei».
Record.  Altri numeri, altri record per una stagione indescrivibile, una delle più brillanti della storia del tennis, sicuramente la sua migliore nonostante quel 2011 da favola: allora vinse 10 tornei e perse solo 6 partite in 12 mesi, adesso le statistiche recitano 9 e 5, ma quest’anno ha conquistato solo Slam (tre, e senza Wawrinka a Parigi probabilmente staremmo parlando dell’erede di Budge e Laver) e Masters 1000 (cinque, come solo Nadal prima di lui), arrivando a 13 finali consecutive, a quattro dalle 17 di Federer a cavallo delle annate 2005-2006. Primati che possono ancora essere migliorati, perché Nole ora ha di fronte Bercy, l’ultimo Masters 1000 del 2015 e poi le Atp Finals di Londra, di cui è campione in carica: due tornei in cui non perde una partita dal 2012. Oggi, nel ranking, salirà a 16.785 punti, una vetta mai raggiunta, 8.035 punti più del secondo, Andy Murray, ed esattamente il vantaggio che lo scozzese ha sul numero 70 del mondo. Scherzando ma non troppo, si può affermare che Djokovic è 68 volte più forte del resto della concorrenza...
INARRESTABILE Un’esagerazione, certo, ma anche Tsonga, nella finale cinese, non ha potuto fare altro che raccogliere le briciole (sei game), come i 16 avversari precedenti del serbo, : «Non c’è niente da dire – ammetterà il francese – perché Novak sta giocando a un livello troppo più alto di tutti gli altri. Per provare a batterlo, devi essere nella miglior forma possibile, ma è molto difficile giocare al top in ogni partita». Tra l’altro, a specifica domanda di un estasiato giornalista cinese (a fine match, Djokovic ha parlato mandarino e ha scritto un paio di ideogrammi) lui stesso non ha saputo indicare con quali armi, adesso, potrebbe essere battuto: «Certo, vincere sempre arrivando solo una volta al tiebreak in 17 partite è qualcosa di incredibile, ma non sto pensando di rimanere imbattuto fino al termine della stagione. Però, di sicuro, può essere un’opzione».
MILIONARIO Contro il francese, che con i risultati di Shanghai si è molto avvicinato all’ottavo e ultimo posto utile per il Masters (intanto si sono qualificati Berdych e Nadal), Nole ha portato al diapason le qualità che lo rendono inavvicinabile: altissimo rendimento al servizio, straordinaria reattività alla risposta e capacità di trasformare la difesa in offesa con un solo colpo. Forse, ad impedire l’ultima pennellata su un quadro perfetto, serve la considerazione che il Federer e il Nadal delle stagioni magiche avevano un parco avversari di spessore più consistente, ma in ogni caso Novak può consolarsi con i 16 milioni di dollari (14 milioni di euro) guadagnati in stagione, primo giocatore di sempre a superare un tale montepremi in un’annata: «Non voglio farmi travolgere dal successo, in questo mi aiuta no molto la famiglia e il mio team: ho il desiderio di giocare a questo livello ancora per molto tempo, l’anno prossimo c’è l’Olimpiade, c’è il Roland Garros che ancora mi manca. Nulla è impossibile, io ragiono così. Se posso diventare il più forte di sempre? Il solo fatto che qualcuno possa pensarlo, mi lusinga». Benvenuti nell’era Djokovic.