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 2015  ottobre 19 Lunedì calendario

Chi sono i veri padroni delle squadre di calcio. il caso del Genoa e di Preziosi (che rischia di perdere tutto)

Genoa
Il 17 dicembre 2014 Enrico Preziosi si presenta dal notaio Ubaldo La Porta di Milano. Ha un debito, attraverso la sua controllata Fingiochi, con un certo Enrico Bognier: 4.368.510,23 euro. Bognier, si legge nell’atto notarile di cui il Corriere ha copia, si fa rappresentare da Carlo Rigamonti. Preziosi, dunque, «a garanzia dell’adempimento dell’obbligazione» dà in pegno a Bognier il 100% della società E.P. Preziosi Participations. Occhio: si tratta della holding di tutto il gruppo che controlla Fingiochi e quindi il Genoa e Giochi Preziosi. Se l’industriale non paga Bognier si piglia tutto. Ma chi è? È l’anziano, 76 anni, responsabile della sede di Hong Kong della Giochi Preziosi. Telefonata a Hong Kong: «Atto notarile?», Bognier cade dalle nuvole. «Onestamente non ne so nulla». Quattro milioni non si dimenticano. «Quattro milioni? Sarebbero miei? Rigamonti mi rappresenta nell’atto? So solo che è il commercialista di Preziosi». Telefonata al presidente del Genoa, già sotto pressione per le accuse della Procura di Milano di aver finanziato il Genoa con prestiti in nero della Infront: «Ho venduto tutto, compresi i mobili. Appena avrò i 4 milioni li ridarò a Bognier così si estingue il pegno». Veramente lui non ne sa nulla. «È da 50 anni in Cina, si sarà spaventato…». Tutto molto strano e, per ora, indecifrabile.
Inter
Il cantiere Inter sembra in fase di stallo. Ma, al netto della possibile uscita di Moratti dal capitale (ha il 29,5%), potrebbe essere studiata un’operazione di reperimento di denaro (aumento di capitale, emissione di bond) attraverso la nuova «scatola» societaria italiana, International Sports Capital, che ha rilevato il controllo (70%) dell’Inter dalla International Sports di Hong Kong. Intanto la struttura resta quella articolata su holding a Hong Kong, flusso di capitali da Cayman e prestiti onerosi del n°1 Erick Thohir all’Inter. Esistono anche circa 230 piccoli azionisti, da Giacomino Poretti (Aldo, Giovani e Giacomo) a Marco Santin della Gialappa’s, Luigi Vignali e Michele Mozzati (Gino&Michele), i figli di Giacinto Facchetti, Ignazio La Russa ecc.
Torino
Bilanci sani, struttura semplice e trasparente. Il presidente, Urbano Cairo, è il proprietario al 100% tramite la Ut Communications, che ha in portafoglio anche la quotata Cairo Communication (La7).
Fiorentina
Governano i fratelli Diego e Andrea Della Valle con quote rispettivamente del 70 e del 30% attraverso la holding di partecipazioni Diego Della Valle & C.
Carpi e Sassuolo
A Carpi, unico caso della A, il capitale è in mano direttamente a due imprenditori (abbigliamento), Stefano Bonacini (51%) e Roberto Marani (44%), nati e residenti in città. Il Sassuolo è invece un asset al 100% della Mapei (famiglia Squinzi) una grande «mamma» da 2,3 miliardi di ricavi totali che garantisce solidità patrimoniale.
Napoli
Nove bilanci consecutivi in utile. È il biglietto da visita di Aurelio de Laurentiis. Il Napoli è della Filmauro e la Filmauro è sua ma può giurarlo solo lui perché a coprire il 90% dagli Anni 90 è una fiduciaria.
Empoli
Fabrizio Corsi è uomo da mille affari, calcio compreso. Guida l’Empoli, che gli dà 212mila euro di stipendio, e ne possiede il 56%. Il resto è suddiviso tra 220 soci, alcuni, come Silvano Bini (3,4%), 86 anni, ex presidente dell’Empoli, gli fanno la guerra. Altri come la Sammontana (5%) della famiglia Bagnoli, lo affiancano anche negli affari extra calcio.
Palermo
Venduto alla società di famiglia (Gasda) per 70 milioni e riacquistato alla stessa cifra. Oggi il Palermo è di Maurizio Zamparini al 100%. La Gasda (immobili, sviluppo di centri commerciali) ha 422 milioni di debiti, un piano di rientro per i 9 milioni escussi dall’Agenzia delle Entrate («Furto a mano armata – sostiene Zamparini – non abbiamo mai evaso nulla») ed è in fase di ristrutturazione finanziaria. Ma i rosanero, grazie alla cessione di Dybala, chiudono il bilancio con 2,5 milioni di utile.
Udinese
Dopo alcuni valzer societari Olanda-Lussemburgo oggi la Clmg controlla la Kalmuna che controlla la Gesapar (tutte con sede nel Granducato) che controlla l’Udinese. Complicato. In più sopra la novità Clmg c’è il buio documentale. A Udine garantiscono: il proprietario finale è Gino Pozzo, il figlio di Gianpaolo. Ma «finale» quanto e dove? Nel Watford (Premier League), invece, si risale in modo abbastanza trasparente a Gino Pozzo, forse perché le norme inglesi sulla proprietà sono assai più severe. Curiosità: tra gli sponsor tecnici dell’Udinese c’è la società Hs Football dell’imprenditore ed ex calciatore Massimiliano Ferrigno, quello del pugno al giocatore del Modena Francesco Bertolotti, finito in coma.
(2 – fine. Leggi qui la prima puntata)