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 2015  ottobre 19 Lunedì calendario

Il commento al campionato di Mario Sconcerti

Se la partita era Inter-Juventus, non è successo molto d’importante. C’era molta curiosità per capire il peso della Juve al completo, la risposta è imperfetta. Il punto che resta non ha un grande significato, serve soprattutto per non accendere polemiche, per continuare ad aspettare. Inter e Juve sono state stavolta due squadre prevedibili, abbastanza lente nello svolgimento del gioco. Pochissimi i tiri in porta, mai chiamati in causa gli attaccanti (Zaza-Icardi-Morata), buon lavoro per i trequartisti (Jovetic, Perisic, Cuadrado) che avevano più spazio. L’Inter è riuscita a pressare la Juve solo per mezzora, poi ne ha subito la piccola tela, due squadre che raramente sono apparse quello che vorrebbero essere. Alla fine sconta il poco soprattutto la Juve che era quella ad aver più bisogno di vincere. L’Inter, nel suo tran tran un po’ pesante, resta con molti più punti, si può permettere di cercare ancora il modo di piacere. La Juve ha giocato con ordine e anche con buona organizzazione, il suo secondo tempo soprattutto è stato all’altezza, ma come fosse in testa alla classifica, senza rabbia, quasi continuasse ad aspettare una soluzione naturale ai suoi problemi. L’Inter, come altre volte, ha dato il meglio di sé quando è stata spinta dall’agonismo. Appena può, appena la costringono, torna volentieri alla sua routine. Che non porta mai un assist per Icardi. Il risultato non è solo giusto, è corretto, un piccolo zero per entrambi. Sia Inter che Juventus si sono confermate in affanno davanti alla spinta attuale di Roma e Napoli. Per la Juve si tratta di resistere, almeno per tranquillità complessiva, per pensare seriamente alla Champions. Per l’Inter manca qualcosa che è più tattico che individuale, una specie di ordine che non sia solo ovvietà. Nel frattempo l’equilibrio di fondo del campionato porta ben otto squadre in quattro punti. L’equilibrio non è più una sorpresa, è solo un obbligo. È questo che dà un po’ di piacere a tutti. Le due squadre migliori di queste otto giornate mi sono sembrate Roma e Napoli. Chi vuole vincere dovrà fare corsa su di loro. Con il Napoli ancora più ordinato, meno geniale e approssimativo della Roma, più dentro la parte della lepre. Ha sofferto molto contro la Fiorentina, ma ha vinto chiaramente. Manca alla Fiorentina qualcuno che salti l’uomo, che renda meno tattico e più spontaneo il gioco. A volte pensa troppo, va poco d’istinto, asseconda più il tecnico che se stessa. Ma avrà tempo per capirsi.