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 2015  ottobre 18 Domenica calendario

La sollevazione dei consiglieri comunali di Napoli che non vuole rinunciare al privilegio di vedere gratis la partita

Ci sono poche cose che danno l’idea della «casta» quanto l’incapacità di rinunciare a privilegi piccoli piccoli, come saltare una fila, evitare un fastidio burocratico, entrare gratis al cinema o al teatro. Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e i suoi consiglieri sono stati messi alla prova da un ordine del giorno sulle partite di calcio allo stadio San Paolo e non hanno dato un bello spettacolo.
Il documento, presentato dalla lista civica Ricostruzione democratica, chiedeva ai politici di rinunciare a un privilegio storico, che ha già dato scandalo anche in altre città come Milano, quello del biglietto omaggio per assistere alle partite.
Tutti d’accordo? Macché. L’assessore competente ha dato parere negativo. E si è scatenato in Aula un profluvio di interventi contrari. Un consigliere ha spiegato che il loro lavoro è quello di avere a che fare per tutta la settimana con i disagi dei cittadini (addirittura!) e che alla fine se lo meritano pure un premio. Un altro si è spinto oltre, fino al punto di sostenere l’arditissima tesi secondo cui gli eletti hanno il diritto-dovere di entrare allo stadio, per esercitare il loro compito ispettivo e verificare che una struttura pubblica funzioni come si deve. Perché allora, ha obiettato un collega evidentemente più coscienzioso di lui, non impedire almeno che i biglietti vengano regalati ad amici e parenti? Ma è ovvio, ha obiettato lo statista municipale: il consigliere può svolgere le sue funzioni anche tramite «distaccati o altri soggetti che ne coadiuvano l’opera» (ha detto proprio così).
Inutile precisare che le relazioni che dovrebbero rendere conto di così tante «ispezioni» settimanali al San Paolo sono introvabili negli archivi del Comune di Napoli.
Alla fine, l’ordine del giorno è stato respinto: ventidue contrari, sei astenuti, solo cinque favorevoli. Che cosa ha fatto l’ex pm moralizzatore de Magistris? Ha votato «no», insieme agli altri ventuno.
D’altra parte si sta sgolando in questi giorni per smentire il suo tifo per l’Inter di fronte alle gravissime accuse di De Laurentiis: è stato un errore giovanile, spiega, era condizionato dal papà. Adesso ha la passione del Napoli. E difende il suo biglietto gratuito.