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 2015  ottobre 17 Sabato calendario

Ammazzato in casa a martellate per un furto di pochi spiccioli

Ucciso in casa con alcuni colpi di martello in testa. Forse un martello da muratore. Derubato. Dalla tasca dei suoi pantaloni manca il portafogli. Un pugno di soldi. La morte di Giovanni Battista Boggio, 70 anni, via Forlì 65, risalirebbe alla notte tra mercoledì e giovedì. Una rapina finita nel sangue. Su questa ipotesi indaga la Squadra Mobile: nei giorni scorsi, in quel condominio di case Atc, sono stati denunciati altri furti. Piccoli episodi. Da una cantina sono stati rubati bottiglioni di vino. Dall’ufficio del rappresentante condominiale, alcuni chili di pasta e scatolette di pelati destinati ai poveri. «Qui ce ne sono tanti», dicono nel palazzo.
Ex operaio
Giovanni Boggio è stato trovato ieri pomeriggio riverso sotto il tavolo della cucina, in una pozza di sangue. A faccia in giù. Gli uomini della Mobile, diretti da Marco Martino, hanno rinvenuto sul pavimento un’impronta di scarponcino mista al sangue. L’uomo viveva in un piccolo alloggio al piano rialzato da 35 anni. Era seguito dai servizi sociali e psichiatri della zona. Nessun parente prossimo. Massacrato con brutalità. Probabilmente è stato lui stesso ad aprire la porta all’assassino. Forse lo conosceva.
Ex operaio Fiat, solitario. Due volte sposato e due volte vedovo. Maria, l’ultima moglie, è morta circa 15 anni fa. L’aveva conosciuta in un centro psichiatrico. Giovedì notte, intorno alle 2, l’inquilina del piano di sopra ha sentito gridare. «Mi sono svegliata di soprassalto, insieme al mio figlio piccolo. Erano grida forti ma brevi – racconta, tornando a casa dopo il lavoro – Pensavo fosse un ubriaco in strada. Francamente non ho percepito le parole. Ho sentito solo urla». Al mattino presto, quando è uscita con il figlio, era tutto a posto. «La porta del suo alloggio – afferma – non era aperta, e anche quella del palazzo era chiusa regolarmente». Un dettaglio: la sua cassetta della posta non è stata svuotata. Un’altra inquilina, osservando il via vai di poliziotti, dice sconvolta: «Giovanni salutava tutti, non ha mai litigato con nessuno. È assurdo che qualcuno possa averlo ucciso in quel modo con tanta violenza».
L’allarme
È stato il personale dell’Asl a dare l’allarme. Giovedì mattina il pensionato non si era presentato alla visita di controllo. Un fatto anomalo per lui, sempre metodico e puntuale. «Non aveva mai saltato un appuntamento senza avvisare. Un fatto che ci ha fatto preoccupare», hanno raccontato alla polizia i dipendenti dell’Asl. Giovanni Boggio soffriva di una forma acuta di depressione. Si chiudeva in se stesso. Cordiale con tutti, mai scontroso, pochissimi amici. Dopo aver telefonato invano per tutta la giornata di giovedì, ieri pomeriggio il personale dell’Asl si è presentato a casa sua. Gli infermieri hanno suonato il campanello senza ricevere risposta. A quel punto hanno chiamato il 118 e una squadra dei vigili del fuoco. Così, entrando nell’alloggio, hanno scoperto il cadavere in cucina, in posizione prona, quasi sotto il tavolo. Gli investigatori hanno rovistato in zona, alla ricerca dell’arma del delitto e prelevato le immagine di videosorveglianza di un bar- trattoria.