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 2015  ottobre 17 Sabato calendario

Sandro Bondi e la sua compagna Manuela Repetti si fanno renziani ed entrano in Ncd

ROMA. C’è Silvio Berlusconi, che dal palco gioca ad evocare la “buonanima” del Ventennio con un’anziana fan. E c’è il resto della galassia berlusconiana, avviata a un’inesorabile desertificazione. Sono proprio i transfughi di Forza Italia a lavorare incessantemente per costruire un’area di centro filorenziana. Che da ieri si arricchisce di due nuove unità: Manuela Repetti e Sandro Bondi (lui lascerà la politica a fine legislatura). «Spero che Alfano si faccia promotore di un progetto politico liberale sostiene la senatrice ex azzurra, oggi nel Misto – che aggreghi le diverse anime fuoriuscite dal centrodestra». L’obiettivo è ambizioso: «Il proseguimento di questo governo anche dopo il 2018, ma anche un’alleanza per il futuro». Con un orizzonte che sembra proprio il partito del premier: «In questa fase non contano le sigle – spiega la compagna di Bondi – Ma è chiaro che l’approdo finale è molto chiaro e porta alla leadership di Renzi». Due nuovi senatori, insomma, entrano stabilmente in maggioranza. Non sono i soli, perché anche Denis Verdini – dopo aver convinto l’azzurro Iurlaro – continua a pressare gli scontenti di Arcore. Punta ad accoglierne altri tre entro fine ottobre: uno a settimana, per tre settimane. Ossigeno per Palazzo Chigi, dopo la fronda guidata da Gaetano Quagliariello.
L’adesione senza riserve al renzismo tenta molti frammenti del vecchio centrodestra. «La sinistra italiana – sostiene Repetti – ha fatto con Renzi una svolta storica ed è in grado di modernizzare l’Italia». Per sostenere lo sforzo del capo del governo, la senatrice invita Alfano ad aggregare senatori e deputati in un unico contenitore. Da Scelta civica al Nuovo centrodestra, passando per Ala, Tosi e Tabacci: «Se c’è una legislatura costituente, lo si deve anche al coraggio di Angelino. L’importante è che questo progetto sostenga con chiarezza la scommessa di Renzi e abbandoni definitivamente la destra, territorio di Salvini».
Chi è rimasto a trattare con il leader leghista è proprio l’ex Cavaliere. Partecipando a un evento poco affollato della Capitale, Berlusconi prova a ostentare distacco per l’inarrestabile emorragia del partito: «Evviva, se ne sono andati i mestieranti della politica. E Forza Italia può passare dal 12 al 25% in poco tempo». Non mancano gli affondi contro Renzi: «Ha mostrato pulsioni autoritarie». Per un attimo trapela anche l’imbarazzo per l’inchiesta sul vicepresidente lombardo Mario Mantovani- «abbiamo letto le accuse e il suo arresto è inconcepibile» – poi però si torna inevitabilmente a parlare delle sue condanne penali: «Con una sentenza politicizzata mi hanno fatto fuori. È stato un processo politico, come per Gesù». Per questo, giovedì prossimo al vertice del Ppe a Madrid, l’ex premier attaccherà la Corte di Strasburgo. La colpa di quei giudici? Non essersi ancora pronunciati sul ricorso contro la legge Severino. Per raddrizzare l’umore, l’anziano leader prova intanto a consolarsi improvvisando qualche gag. «Non sono così vecchio – scherza passeggiando tra i fan – guardate che bella pelle che ho». Si avvicina ad una signora, riceve in cambio una dichiarazione da far arrossire: «Presidente, sono innamorata di lei, del suo cervello». E lui, togliendosi la giacca e restando in bretelle: «Signora, la faccio innamorare anche del mio fisico». La controreplica sconfina: «No, a me interessa il suo cervello. Solo la buonanima aveva un cervello come il suo». Tirato in ballo su Mussolini, l’ex premier si affida alla melina: «Signora... ci sono le telecamere».