La Gazzetta dello Sport, 15 ottobre 2015
Vuoi vedere che l’anno prossimo, oltre a votare per Roma, Milano e Napoli, saremo chiamati a scegliere anche un nuovo governatore e un nuovo consiglio regionale lombardo?• Come potrebbe succedere? L’altro giorno hanno arrestato, per una faccenda di tangenti (ancora tutta da dimostrare, gli imputati sono innocenti fino al terzo grado di giudizio), il vicegovernatore della Lombardia, Mario Mantovani

Vuoi vedere che l’anno prossimo, oltre a votare per Roma, Milano e Napoli, saremo chiamati a scegliere anche un nuovo governatore e un nuovo consiglio regionale lombardo?
• Come potrebbe succedere?
L’altro giorno hanno arrestato, per una faccenda di tangenti (ancora tutta da dimostrare, gli imputati sono innocenti fino al terzo grado di giudizio), il vicegovernatore della Lombardia, Mario Mantovani. Ieri, dalla cella di San Vittore in cui è rinchiuso con altri detenuti, Mantovani ha fatto sapere che si sospende dalla carica di vicegovernatore. Non è un atto da poco perché il 1° dicembre si celebra il processo in cui è imputato di “turbata libertà nel procedimento di scelta contraente” e “induzione indebita” lo stesso governatore della Lombardia, Roberto Maroni. Anche Maroni è da considerarsi innocente fino a condanna definitiva. Ma supponiamo che venga condannato. Che accadrebbe allora? Che scatterebbe la legge Severino, e l’uomo che ha fatto agitare le scope al tempo del cerchio magico di Bossi gridando “Piazza pulita”, sarebbe costretto a sospendersi. Fino a ieri si era pensato di aggirare il problema dello sciogliemento del consiglio e delle nuove elezioni puntando proprio sul vice Mantovani, che avrebbe assunto, nel pieno rispetto della legge, il governo della Regione ad interim. Questo piano, che garantiva alla Lega di continuare a comandare in Lombardia, adesso è saltato, la carta Mantovani non c’è più.
• Ecco perché Salvini s’agita tanto.
L’arresto di Mantovani è ricco di retroscena politici. Intanto le opposizioni presenteranno una o più mozioni di sfiducia, che saranno discusse probabilmente già martedì prossimo. Poi c’è la lettura politica dell’inchiesta, di cui s’è fatto interprete, con dichiarazioni di fuoco, lo stesso Salvini. «L’arresto di Mantovani è un attacco politico alla Regione meglio governata d’Italia per nascondere le beghe di Renzi, di Marino e del Pd», «noi al governo abbiamo uomini che odiano l’Italia», «la giunta a rischio? Ma figurati, la giunta sarebbe a rischio perché qualche giudice s’è alzato male. Ricordo che la Regione Lombardia l’anno scorso ha curato un milione e mezzo di persone e centinaia di migliaia di italiani arrivati dalle altre regioni. Ieri c’è stata una giornata di sputtanamento mediatico sulla migliore sanità europea e anche sulla Lega». Anche Maroni ha fatto le mostre di esser sereno: «Non sento che la mia giunta sia a rischio. Per carità, non risultano tangenti pagate in Lombardia, l’assessore Garavaglia non deve dimettersi. Domani faremo la riunione con tutti i membri della maggioranza, consiglieri regionali, e credo che questo possa far partire un’azione più forte perché quando sei sotto attacco ti unisci ancora di più. La sanità della Regione Lombardia non paga tangenti, è d’eccellenza. Tutto quanto è stato scritto sui giornali è un attacco politico, ha ragione Salvini».
• L’assessore Garavaglia?
È l’assessore all’Economia. Per ora è indagato e non arrestato, e ancora ieri ha dichiarato di avere la coscienza a posto, «non intendo dimettermi» eccetera. Gli indagati sono dodici, gli arrestati tre, oltre a Mantovani, il suo segretario Giacomo Di Capua e il funzionario del Provveditorato interregionale alle Opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria, Angelo Bianchi, considerato universalmente un vero e proprio galoppino di Mantovani. Le accuse: concorso in concussione, corruzione aggravata e turbata libertà degli incanti. Mantovani fino ad agosto, quando era assessore alla Sanità (queste deleghe adesso sono in capo al governatore Maroni), era in chiaro conflitto di interessi dato che di mestiere fa il gestore di case di riposo per anziani, un settore che prende fior di finanziamenti proprio dalla Regione. Indaga il pm Giovanni Polizzi, le richieste d’arresto sono partite dal procuratore aggiunto Giulia Perrotti e il gip Stefania Pepe le ha accolte. I magistrati hanno ereditato il lavoro di Alfredo Robledo, poi trasferito a Torino per via dei contrasti col procuratore Bruti Liberati. Su tutta la faccenda pesano una serie di interrogativi non leggeri: la richiesta d’arresto è stata presentata 13 mesi fa e accolta solo adesso. Mantovani e gli altri hanno in teoria avuto tutto il tempo di inquinare le prove, ed è escluso naturalmente che vi fosse un pericolo di fuga o di reiterazione (come si dice) del reato. Quindi il carcere preventivo pare dubbio. I fatti contestati vanno dal 6 giugno 2012 al 30 giugno 2014. Non abbiamo lo spazio per addentrarci, ma, secondo l’accusa, si tratta di appalti fatti slittare in modo che i vecchi fornitori continuassero nel loro lavoro, oppure di pressioni per evitare il trasferimento di Bianchi, condannato per corruzione in un altro processo a Sondrio. Mantovani si dichiara del tutto innocente, «è un inferno come tangentopoli».
• Che tipo è questo Mantovani?
Ha fatto carriera grazie alle cure prestate alla signora Rosa, mamma di Berlusconi. L’ex Cav ha saputo ricompensarlo, europarlamentare, senatore ecc. È andato a manifestare per Berlusconi davanti al tribunale e s’è preso come avvocato quel Roberto Lassini che aveva tappezzato Milano dei manifesti «Via le Br dalle Procure». È un uomo talmente freddo che di lui si dice: «Puoi sparargli, ma non fargli uscire il sangue». Ad Arconate, dove è stato sindaco tre volte, lo chiamano “Il Faraone”.