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 2015  ottobre 14 Mercoledì calendario

Volkswagen, per fronteggiare le conseguenze dello scandalo investimenti tagliati di un miliardo all’anno. Il caso dei motori truccati potrebbe costare al gruppo di Wolfsburg fino a 40 miliardi di euro. Secondo fonti della Reuters il marchio Vw chiuderà il 2015 in rosso

Volkswagen taglierà gli investimenti di un miliardo di euro l’anno per fronteggiare le conseguenze dello scandalo dieselgate. Lo ha annunciato il nuovo responsabile della marca Vw, Herbert Diess, secondo il quale «il programma di risparmi in corso sarà applicato più rapidamente del previsto e gli investimenti saranno tagliati di un miliardo all’anno». La divisione Volkswagen è una delle meno redditizie del gruppo Vw, i cui profitti vengono principalmente da Audi, Porsche e Cina; per questo era già stato avviato un piano di economie sotto la gestione dell’ex amministratore delegato Martin Winterkorn. La settimana scorsa la Reuters aveva citato una fonte secondo cui la marca Vw chiuderà quest’anno in rosso a causa dello scandalo.
I tagli agli investimenti saranno superiori al miliardo se come probabile verranno estesi ad altre parti del gruppo. L’ultima revisione del piano quinquennale (2015-2019) prevedeva un totale di 85,6 miliardi di investimenti, ovvero oltre 17 miliardi di euro l’anno (esclusi quelli delle joint venture cinesi). Le stime del costo dello scandalo per il gruppo arrivano a 40 miliardi di euro, e il nuovo numero uno Matthias Müller ha messo in chiaro nel suo primo discorso che l’uscita dalla crisi «non sarà un processo indolore».
Dove colpiranno i tagli? L’immensa sede di Wolfsburg, che ha oltre 72mila dipendenti sui 600mila del gruppo, è il bersaglio più grosso – di qui le preoccupazioni della città. Fra le spese a rischio ci sono le miriadi di sponsorizzazioni calcistiche (un pallino di Winterkorn), prima fra tutte quella del Wolfsburg stesso, ma anche del Bayern Monaco, nel cui consiglio lo stesso Winterkorn siede ancora. La riduzione dei costi di Vw peserà anche sui fornitori tedeschi ed esteri: la settimana scorsa è circolata la voce di una richiesta di tagli per 3 miliardi di euro annui ai produttori di componenti.
Oltre al taglio degli investimenti, dalla crisi di Vw si teme un impatto sulle vendite, anche se casi precedenti di scandali nel settore auto (come quelli di Gm e Toyota negli Usa) hanno dimostrato che i consumatori hanno la memoria abbastanza corta. Per questo, non è detto che ci saranno conseguenze sulla congiuntura in Germania. Il ministro dell’Economia Sigmar Gabriel (SPD) ha detto ieri di non pensare che lo scandalo delle emissioni truccate sui motori diesel danneggerà in modo permanente l’economia tedesca.
Tornando alla Volkswagen, fra le altre misure annunciate da Diess c’è una nuova strategia di prodotto: i motori diesel – al centro dello scandalo per il software che trucca le emissioni – disporranno d’ora in poi dei sistemi di controllo delle emissioni più moderni e costosi (è proprio per risparmiare sui sistemi antinquinamento che i tecnici Vw avevano fatto ricorso al software fraudolento). C’è infine una ulteriore accelerazione sulle tecnologie pulite: nell’ambito delle piattaforme modulari ne verrà sviluppata una specifica per i veicoli ibridi ed elettrici di dimensioni compatte; di fatto la Golf esiste già in tutte le versioni possibili, da benzina a diesel, dall’ibrido all’elettrico puro. La grossa berlina Phaeton, di cui era stato ipotizzato il taglio, rimane invece in programma ma avrà solo trazione elettrica, proponendosi come concorrente di Tesla.
Secondo «Manager Magazin», intanto, il gruppo Volkswagen potrebbe dover restituire parte degli incentivi alla rottamazione ricevuti in Germania nel 2009/2010 per la vendita di veicoli diesel; il numero totale di auto Vw “incentivate” all’epoca è stimato in 700mila, ma non si sa quante fossero effettivamente dotate dei motori truccati; non è ancora certo se gli incentivi debbano essere restituiti, in quanto il presupposto del premio alla rottamazione era che i veicoli rispettassero le norme Euro4.