Il Messaggero, 14 ottobre 2015
Ansia, infarto, Alzheimer, aterosclerosi, asma: sono alcuni esempi di patologie che si sviluppano con frequenza e modalità differenti a seconda che colpiscano un uomo o una donna. È sulla base di queste evidenze che si è sviluppata la cosiddetta “Medicina di genere”, «medicina come un abito su misura per lui e per lei»
I disturbi d’ansia colpiscono due volte le donne più degli uomini. Il tumore del fegato nel corpo di lei progredisce più lentamente che in quello di lui. Le anziane sono a maggior rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer mentre i loro compagni sono più esposti al Parkinson. Nei maschi le placche aterosclerotiche cominciano a formarsi a partire già dai 30 anni; nelle femmine, invece, questo, accade in genere dopo la menopausa. I bambini soffrono di asma due volte più delle bambine ma superata l’adolescenza la malattia è più frequente nelle ragazze. Le pazienti, infine, sono particolarmente brave a descrivere la sensazione dolorosa (riconoscendo le differenze tra i diversi tipi di dolore) i pazienti, invece, si mostrano spaventati e hanno difficoltà a raccontarsi.
Stesse patologie ma intensità, sviluppo ed effetti psicologici differenti. È ormai chiaro che i nostri corpi, quelli degli uomini e quelli delle donne, reagiscono in modo autonomo rispetto all’“insulto” della malattia. Da qui, cure su misura, farmaci personalizzati, sostegni diversificati per lui e per lei, comprensione dei sintomi (in particolare il cuore) da analizzare con strumenti ad hoc se parla un paziente o una paziente. È la base della cosiddetta Medicina di genere (una branca delle scienze biomediche che ha l’obiettivo di analizzare le differenze derivanti dal genere di appartenenza) che ha riunito a Venezia, nell’ambito della conferenza “The future of science” della Fondazione Veronesi, un gruppo di esperti. Medici, biologi, economisti, genetisti e bioeticisti.
L’IDENTITÀ
«Il futuro della medicina – sono parole di Umberto Veronesi – si va articolando sempre più intorno all’idea di precisione. Terapie che non rispondono più tanto alla definizione generale di una malattia, quanto al suo concreto e singolare dispiegarsi nell’individuo. E questa idea della cura non può non investire un aspetto fondamentale dell’identità delle persone come quello legato al genere. Va capito quali sono le differenze che influenzano maggiormente le malattie».
A Venezia è stata presentata la prima rivista scientifica italiana dedicata alla medicina di genere (editore “Il Pensiero Scientifico” con sostegno Novartis) “The Italian Journal of Gender-Specif Medicine” (www.gendermedjournal.it). Medicina come un abito su misura per lui e per lei. Come, ormai, sta accadendo, per le malattie cardiovascolari e psichiatriche.
I sintomi delle patologie di cuore si presentano in modo diverso nei due sessi. Negli uomini l’infarto arriva come un dolore toracico a livello dello sterno, oppressivo e costrittivo, di breve durata e capace di irradiarsi al braccio sinistro. Nelle donne la dolenzia arriva fino alla spalla, al dorso, al collo accompagnata dalla mancanza di fiato, nausea persistente, sudori freddi, vomito e spossatezza. L’attacco di panico colpisce con una leggera prevalenza le femmine ma si manifesta in modo differente: in lei si rilevano palpitazioni, vertigini e sintomi respiratori, mentre in lui sono più frequenti disturbi gastrointestinali, fitte allo stomaco, eccessiva sudorazione e nausea. Molte volte la paziente con infarto è definita, al pronto soccorso, come “codice verde” e non come “codice rosso”. O può essere inviata al reparto di gastroenterologia o psichiatria perché non manifesta il dolore.
I CAMPIONI
«Fino ad oggi i farmaci sono stati studiati prevalentemente su campioni di popolazione maschile – spiega Flavia Franconi, ordinario di Farmacologia cellulare e molecolare dell’università di Sassari – mentre le donne erano poco o nulla rappresentate e per questo vanno tuttora incontro con maggiore frequenza a effetti collaterali. Ciò si traduce, di conseguenza, anche in più ricoveri ospedalieri, nuove terapie e maggiori costi a carico del servizio sanitario».
Ancora un caso: l’ulcera. Inutile che il maschio e la femmina si confrontino su questa malattia. Parlano “lingue diverse”. Quella gastrica è più frequente nelle donne mentre quella duodenale negli uomini. Lei ha un decorso migliore. Le giovani hanno una probabilità di guarire superiore a quella dei coetanei. A rendere le femmine più protette sono ancora una volta gli ormoni, prima della menopausa. Mal di testa? Inutile fare a gara sul dolore, troppo diversi.