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 2015  ottobre 14 Mercoledì calendario

Un misterioso manoscritto “gotico” rinvenuto in una biblioteca privata a Milano: questa la vera storia dietro “Città di mare con nebbia” di Sandor Weltman

L’incipit è meraviglioso, di una scrittura rara rispetto al gergo sincopato e povero di oggi: “Come è triste, la sera, l’estuario del fiume, quando i vapori delle acque, sipario immobile e lugubre, nascondono alla vista ogni cosa; quando da quelle acque profonde e immote sembra possano risalire alla luce creature immonde e sconosciute, o i cadaveri dei suicidi annegati nel tempo che fu”. Anche le virgole sono un piacere per occhi. Peccato solo che l’autore sia destinato a rimanere un mistero per sempre. Perché Sandor Weltmann è una maschera del Mabuse di Fritz Lang e la sua storia è un mistero nel mistero. Città di mare con nebbia è infatti un vero manoscritto trovato due anni fa da Hans Tuzzi nella biblioteca di una signora tedesca morta a Milano. Tuzzi, bravissimo e raffinato giallista, a sua volta è lo pseudonimo di Adriano Bon, scrittore antiquario. C’è da perdere la testa ma le cose sono molto più semplici di quelle che appaiono. Tuzzi, dunque, trova il manoscritto e poi ne cura la traduzione dal tedesco e la successiva pubblicazione. Il risultato è un gioiellino letterario che rimanda al gotico, al romanticismo, all’espressionismo, finanche al portoghese Pessoa. La storia raccontata risale al 1888 ed è ambientata in una città tedesca. Sette topi decapitati vengono trovati in una chiesa, disposti a raggiera, le loro teste a formare una piramide ripugnante. L’esoterismo è in agguato. Anzi, la negromanzia. Dopo i ratti, tocca agli uomini, tra omicidi tentati e riusciti. Alle vittime viene strappato il cuore quando ancora sono vive. L’io narrante è un giovane segretario del Senato cittadino. In queste notti cupi, che vanno da giugno a dicembre, sempre più lunghe, si aggirano un vecchio e il suo servitore deforme. Chi sono?