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 2015  ottobre 14 Mercoledì calendario

Per diventare italiani, basterà nascere in Italia. Passa alla Camera la legge sullo ius soli. Adesso tocca al Senato

Ha superato il primo ostacolo la riforma delle regole per acquistare la cittadinanza italiana. Il ddl che introduce lo ius soli ha ottenuto il via libera della Camera con 310 sì, 66 no e 83 astenuti e ora passa al Senato. Nonostante le numerose modifiche intervenute nel corso del tempo per allargare il consenso intorno alla riforma, alla fine a votare a favore sono stati Pd, Scelta Civica e Sel. Contrari in modo molto netto i parlamentari della Lega che hanno protestato con forza in Aula urlando «vergogna» ed esponendo cartelli con scritte come: «La cittadinanza non si regala». In modo meno plateale, e anche sorprendendo molti, hanno votato contro FdI e soprattutto una parte di Forza Italia. Una decisione che Scelta Civica condanna con una nota in cui definisce «sconcertante che un partito come Forza Italia, che si autodefinisce “liberale” abbia scelto di inseguire il messaggio populistico di Salvini & C.». Il Movimento Cinque Stelle si è astenuto e ha definito quella approvata «una legge vuota».
Soddisfatto il premier Matteo Renzi. Su Facebook scrive: «Si può essere o meno d’accordo su ciò che siamo facendo, ma lo stiamo facendo» e «l’Italia cambia». Anche la presidente della Camera, Laura Boldrini si dice soddisfatta perché «Montecitorio fa cadere la barriera che per troppo tempo ha tenuto separati tanti giovani e giovanissimi nuovi italiani dai loro compagni di scuola e di gioco».
Decisamente più scarso l’interesse dei deputati. La discussione con le dichiarazioni di voto finali sulla legge è iniziata in un’aula semivuota, con una ventina di deputati, contando anche la presidente della Camera, Laura Boldrini.
Se il ddl dovesse superare senza modifiche anche l’esame del Senato in Italia arriverebbero due nuovi strumenti per acquisire la cittadinanza, lo ius soli e lo ius culturae. Nel primo caso si dà la possibilità di diventare italiano a chi è nato in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo, inclusi i figli dei comunitari con un emendamento inserito all’ultimo minuto per non escludere i figli di cittadini europei.
Per ottenere la cittadinanza c’è bisogno di una dichiarazione di volontà espressa da un genitore o da chi esercita la responsabilità genitoriale all’ufficiale dello stato civile del Comune di residenza del minore, entro il compimento dei 18 anni. Se non si ha la dichiarazione di un genitore, può fare richiesta la persona interessata entro due anni dal raggiungimento dei 18 anni.
Ha diritto alla cittadinanza italiana anche chi arriva entro i 12 anni e abbia frequentato almeno 5 anni di scuole in Italia. Se la frequenza riguarda il corso di istruzione primaria, è necessario che il corso di studi sia stato completato positivamente. La richiesta deve essere inoltrata dal genitore, a cui è richiesta la residenza legale.
«Una schifezza, la cittadinanza come un biglietto al luna park» è il commento del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini. Per Mariastella Gelmini di Fi si tratta di «una scelta elettorale del Pd». Ma Fi è divisa, Renata Polverini, ad esempio, ha votato a favore perché convinta «sia arrivato il momento che l’Italia, attraverso il Parlamento, mostri il suo volto migliore a coloro che sono fuori dall’aula e in particolare ai bambini».