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 2015  ottobre 13 Martedì calendario

Marino si è formalmente dimesso • Il giallo della lettera anti-Papa • Arrestati i due assassini di Cocò, che veniva usato dal nonno come «scudo» • In Italia, rispetto all’anno scorso, ci sono trecentomila posti fissi in più • Il 57 per cento delle donne italiane crede che gli uomini, nel lavoro, siano favoriti • Le spezie conosciute sono 177

 

Marino Ignazio Marino da ieri è formalmente dimissionario. Tra venti giorni, da ieri, le dimissioni non saranno più revocabili e la scadenza a questo punto non consentirà al sindaco di arrivare in Tribunale, fascia tricolore al collo, quando sfileranno i politici coinvolti in Mafia Capitale, al via il 5 novembre. Marino però ha già scelto la contromossa: presentarsi all’udienza che precederà il maxiprocesso, quella con rito abbreviato che vede accusato Giovanni Fiscon, ex dg dell’Ama, la municipalizzata dei rifiuti del Comune. Intanto, però, Marino deve guardarsi anche dall’inchiesta sugli scontrini: oggi i finanzieri potrebbero andare in Campidoglio per acquisire le ricevute delle spese e i giustificativi. Il pm Roberto Felici ha disposto accertamenti sulle cene istituzionali e sul viaggio a Filadelfia ipotizzando il reato di peculato anche se per ora non ci sono indagati. Nei prossimi giorni sarà ascoltata l’addetta della segreteria di Marino che compila le note spese: i magistrati dovranno capire se si sia trattato di errori ripresi dall’agenda degli impegni ufficiali del sindaco o un tentativo per mascherare altro.

Lettera È giallo sulla lettera di critica dei metodi del Sinodo pubblicata ieri mattina sul blog del vaticanista de “L’Espresso” Sandro Magister. Il documento sarebbe stato consegnato a Francesco lunedì 5 ottobre e porterebbe la firma di 13 cardinali: tutti padri sinodali e della corrente conservatrice, che chiedono maggiore trasparenza ritenendo che il Sinodo sia «configurato per facilitare risultati predeterminati su importanti questioni controverse». Insieme, i cardinali si dicono preoccupati per la possibile apertura del Sinodo all’eucaristia per i divorziati-risposati. “L’Espresso” fa esplicitamente i nomi dei cardinali Carlo Caffarra (Bologna), Thomas Collins (Toronto), Timothy Dolan (New York), Willem Eijk (Utrecht), Péter Erdö (relatore del Sinodo), Gerhard Müller (Prefetto dell’ex Sant’Uffizio), Wilfrid Fox Napier (Durban), George Pell (Prefetto per l’economia), Mauro Piacenza (Penitenziere), Robert Sarah (Prefetto del Culto divino), Angelo Scola (Milano), Jorge Urosa Savino (Caracas), André Vingt-Trois (Parigi). Nel giro di poche ore, però, quattro di questi smentiscono di aver firmato e anche di aver lavorato alla stesura del testo: sono Scola, Vingt-Trois, Piacenza ed Erdö. Lasciando l’Aula del Sinodo Scola ha dichiarato: «Io non ho firmato alcuna lettera. Qui si lavora molto duramente in un spirito di comunione e non ci sono partiti tra di noi». Mentre Pell, che sarebbe uno degli ispiratori della lettera, afferma che ci sono «errori» sia nel contenuto sia nella lista dei firmatari divulgati da Magister.

Cocò La procura distrettuale antimafia di Catanzaro indica Cosimo Donato e Faustino Campilongo, 38 e 39 anni, criminali del sottobosco ‘ndranghetistico, come gli assassini del piccolo Nicola, detto Cocò, Campolongo, tre anni, del nonno Giuseppe Iannicelli, 52, e della compagna di quest’ultimo, la ventisettenne marocchina Ibtissam Touss. I tre furono uccisi a colpi di pistola e i loro corpi dati alle fiamme dentro la Fiat Punto di Iannicelli il 16 gennaio 2014 a Cassano allo Ionio. Un’esecuzione spietata che ha fatto inorridire il mondo intero per la sorte toccata a Cocò, che il nonno portava sempre con sé come «scudo» per evitare possibili agguati. Ora le indagini dicono che fu giustiziato perché, nella mente dei killer, sarebbe potuto diventare una sorta di «testimone scomodo». Il Ros e i carabinieri dei comandi territoriali di Cosenza hanno accertato che Giuseppe Iannicelli, un passato da spacciatore, sapeva di essere nel mirino delle cosche della Sibaritide, in particolar modo degli Abbruzzese, il «clan degli zingari». Consapevole dei rischi che correva, aveva deciso di servirsi del nipotino immaginando che la sua presenza rappresentasse un ostacolo insormontabile per coloro che avrebbero voluto la sua eliminazione. Cocò era l’ultimogenito della figlia Antonia Maria, in carcere per reati di droga.

Posto fisso Secondo i dati diffusi ieri dall’Inps, nei primi otto mesi dell’anno i nuovi contratti a tempo indeterminato che hanno goduto dello sgravio contributivo previsto dalla legge di Stabilità sono stati quasi 800 mila. Le nuove assunzioni in pianta stabile sono state un milione 164 mila, quasi 300 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2014. A questi si sommano 331 mila trasformazioni a tempo indeterminato di precedenti contratti a termine o contratti di apprendistato (43 mila in più rispetto al 2014). Considerate le cessazioni nei primi otto mesi i rapporti di lavoro a tempo indeterminato sono stati 319 mila in più rispetto al 2014. Tra le nuove assunzioni in pianta stabile, inoltre, la quota relativa ai giovani fino a 29 anni registra una crescita decisamente superiore alla media (44-45% contro il 34,6%).

Donne La Thomson Reuters Foundation, in collaborazione con la Rockefeller Foundation, ha interpellato 9.500 donne nelle 19 nazioni del G20 (la ventesima sarebbe l’Unione Europea) per indagare sulle difficoltà nel bilanciare la vita privata con quella lavorativa, sul divario fra i salari maschili e quelli femminili, ecc. Risultato: il 57% delle donne italiane intervistate pensa che gli uomini, per l’accesso al lavoro e lo sviluppo delle carriere, siano decisamente favoriti. Questa percentuale è la più alta d’Europa ed è preceduta soltanto dal dato dell’Arabia Saudita (61%) e della Corea del Sud (58%). Sempre in Italia, c’è un 45% che mette proprio il gap fra maschi e femmine nelle opportunità di carriera in cima a tutti i problemi della propria vita lavorativa (è il numero più alto di tutti i 19 Paesi). Al top delle preoccupazioni (il 43% delle italiane intervistate) anche la questione dell’equità dei salari. E alla domanda: «Crede che le donne guadagnino meno a parità di lavoro?» i sì sono un terzo del totale (Fasano, Cds).

Spezie 1 Nello studio elaborato per il cluster Expo delle spezie dall’Università di Venezia si legge che le spezie conosciute sono 177 (Saldutti, Cds).

Spezie 2 Il mercato delle spezie è cresciuto negli ultimi trent’anni del 177 per cento (ibidem).

Spezie 3 Nel mondo ci sono 350 mila tonnellate di pepe contro 20 milioni di tonnellate di caffè (ibidem).

(a cura di Roberta Mercuri)