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 2015  ottobre 13 Martedì calendario

Il nudo col pelo di Modigliani che attira tanto i ricconi asiatici. Asta a Hong Kong, si parte da 100 milioni di dollari

Impudica, bella e scultorea, la modella giace su un cuscino blu, circondata da tonalità rosse e mattone – lo sguardo nero e sfuggente ostenta indifferenza verso chi l’osserva, mentre il corpo è offerto nel pieno splendore delle forme, e con quella peluria che tanto scandalo causò anche nella scanzonata Parigi in cui fui dipinto.
Si tratta di uno dei nudi più importanti di Amedeo Modigliani, dipinto nel 1917 o 1918, probabilmente nello studio che gli era stato messo a disposizione da Leopold Zborowski, o «Zbo», l’amico, sostenitore e mercante d’arte di origine polacca pronto a indebitarsi pur di trovargli i mezzi per dipingere. Qui, l’artista livornese sembra essersi riappacificato con l’impossibilità di dedicarsi alla scultura. I suoi polmoni, già affetti da quella tubercolosi che lo ucciderà nel 1920 ed indeboliti dalle sue sregolatezze, non reggono la polvere di marmo nemmeno per brevi periodi, e dopo lunghi tormenti la linea sicura e descrittiva del pennello di Modigliani ha trovato il modo di conciliarsi ai volumi più solidi. Questo glorioso Nu Couché potrebbe essere la rappresentazione di una statua, una cariatide supina, con le braccia sollevate e le mani dietro la nuca, come a sostenere un architrave immaginario, il cui peso contribuisce alla sensuale lassitudine della posa.
Ed ecco che questa tela gloriosa è stata appena esposta, con la pompa dei grandi avvenimenti, ad Hong Kong. Per la prima volta dalla sua creazione, infatti, questo Nu Couché, che ha una provenienza così cristallina da essere quasi un pedigree, entra sul mercato libero, ed è la casa d’aste Christie’s ad occuparsi della sua vendita, che si terrà il prossimo novembre a New York, a partire da 100 milioni di dollari. Prima del suo passaggio da Christie’s il suo percorso è stato lineare: Leopold Zborowski l’ha venduta al collezionista Jonas Netter, e poco dopo il nudo è arrivato in Italia, dove era rimasto finora: prima nella collezione di Cesarina e Riccardo Gualino, a Torino, e infine presso Gianni Mattioli: è infatti la figlia, Laura Mattioli Rossi, che ha deciso di affidarla alla casa d’aste. Vista l’importanza del mercato asiatico, però, il primo passaggio, l’ingresso in società per così dire, della tela avviene qui, in questa città cosmopolita, affamata d’arte e di investimenti, capitale orientale delle aste e dei record di incassi per oggetti disparati – ciotole in porcellana imperiale o pietre preziose e vini pregiati. «L’opera sta raccogliendo moltissimo interesse», spiega Giovanna Bertazzoni, responsabile del settore Impressionisti ed Arte Moderna di Christie’s: «Ha una qualità da museo, il che apre molte possibilità, e la presentiamo ad Hong Kong dato che questa è un’ottima piattaforma globale». L’anno scorso, Sotheby’s ha venduto una testa scolpita di Modigliani, chiamata semplicemente Tete, per 70 milioni di dollari – superando di 25 milioni la stima che ne era stata fatta, mentre nel 2010, sempre da Sotheby’s a New York, il dipinto La Belle Romaine era stato battuto per 69 milioni (in entrambi i casi le opere sono andate a collezionisti privati, il cui nome è rimasto confidenziale). Potrebbe essere un collezionista asiatico ad impossessarsi del Nu Chouché? Non è da escludere – e se così fosse, c’è da sperare che sia cinese, così potremo continuare a vederlo. Bertazzoni infatti spiega che «dal 2013 ad oggi notiamo una grande solidità d’attenzione verso l’investimento d’arte, e tutti i grandi collezionisti cinesi stanno ora aprendo dei musei».