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 2015  ottobre 13 Martedì calendario

Aldo Grasso prende per il culo da par suo la ridicola comparsa in televisione di Alfabeta, cioè i comici Cortellessa, Walter Siti, la Muraro eccetera

Che meraviglia, anche Rai5 ha un suo programma comico. Comicità raffinata, impareggiabile, alla Campanile per intenderci. Il programma si chiama «Alfabeta» e fa il verso a quella presuntuosa, ideologica e noiosissima rivista letteraria di Nanni Balestrini, Angelo Guglielmi, Paolo Fabbri e Umberto Eco (domenica, ore 22.15).
Perbacco, come non averci pensato subito! Nell’ilarità che ci assale fin dalle prime inquadrature, ci dev’essere sicuramente la mano di Eco, l’Eco delle strepitose parodie di «Diario Minimo». Conduce il programma Andrea Cortellessa, che ci invita a riflettere «sul passaggio dalla società del possesso a quella dell’utilizzo». Preferibilmente sta seduto su un trenino per bambini a ricordarci la grande letteratura di viaggio (segnata, appunto, dall’emergere dell’individualismo e della mobilità, «un viaggio di esplorazione critica del nostro tempo»).
Ma i momenti più esilaranti sono quelli in cui Cortellessa dialoga con autori e intellettuali sulla parola «amore». A prendersi in giro, Massimo Recalcati è semplicemente eccezionale. Dapprima si riempie ben bene la bocca evocando il nome di Lacan (provate a fare quest’esercizio: gonfiate le gote e dite «Lacan»; se non ci riuscite provate con «Freud») e poi giù battute: «L’amore è incontro», «L’amore è esposizione all’alterità dell’altro». Da crepare dal ridere!E il pezzo del «filosofo» Franco Berardi, in arte «Bifo»? I giovani comici come Edoardo Ferrario, Saverio Raimondo, The Pills dovrebbero studiare i monologhi di Bifo e trarne insegnamento: bisogna essere veramente dei fuoriclasse per radunare in pochi secondi tante volute idiozie.
Anche la povera Luisa Muraro, in mezzo a testi narrativi e poetici, opere di videoarte, documentari, viene invitata a esibirsi sul «‘68 e la morte del patriarcato», per non parlare di Walter Siti che si è dato al volontariato per ragioni antropologiche.
P.S. Alcuni amici sostengono che la comicità era involontaria, ma io non ci credo.