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 2015  ottobre 13 Martedì calendario

Robert Redford fa la pubblicità a “Truth“, ecco l’unico pezzetto della sua intervista a Giovanna Grassi che vale la pena di conservare

Le sarebbe piaciuto fare il giornalista?
«Nel breve periodo in cui, da giovane, ho studiato a Firenze e a Parigi, mi piaceva molto scrivere. La vita mi ha poi portato in altre direzioni».
Lei si è sempre considerato un uomo del West…
«Sono un americano di frontiera, nato a Los Angeles, quando la città non era di cemento, ma un giardino di immensi aranceti… Mi sono spinto sempre più al West e oggi sto bene nello Utah, con il mio Sundance Institute, che ospita tanti autori e, ci tengo a dirlo, tante registe. Sosteniamo sempre i talenti femminili».
La sua vita è serena, in compagnia della pittrice Sibylle Szaggars. Rimpianti?
«Nessuno. Semmai mi pesa aver perso amici come Paul Newman. Io amavo i cavalli, Paul le auto veloci, ma nulla ha incrinato la nostra amicizia. Se ne è andato senza che avessi il tempo di prepararmi».
Pensa mai al ritiro dal set?
«Non ho nessuna intenzione di andare in pensione anche se ho 79 anni, continuerò a recitare e a far vedere al Sundance i film indipendenti americani e stranieri perché questa è la globalizzazione in cui credo».
Lei è un ambientalista convinto. Come si vuole definire?
«Ero un artista in cerca di molte cose da ragazzo, penso di essere rimasto tale anche quando vado a parlare di ambiente e pannelli alla Casa Bianca a Washington».