Corriereconomia, 12 ottobre 2015
Guida alla Buona Banca: prelievi Bancomat sotto i due euro, bonifici sotto i 5 e ritiri allo sportello gratis. Ecco qualche consiglio per capire se il proprio istituto è virtuoso e conveniente
Gli italiani sono restii a cambiare banca. «Il cliente medio è un po’ pigro – dicono in CheBanca! —. La situazione non è molto cambiata rispetto a tre anni fa». Nel 2012, secondo l’indagine dell’Antitrust – l’ultima sul tema – le prime tra banche italiane controllavano il 55% dei conti correnti e per l’Eurisko il tasso di mobilità dei correntisti era del 10% contro il 16% dell’Rc auto. Uno su dieci. Ma ora cambiare è più facile, con la nuova legge sulla portabilità del conto. Ecco allora qualche consiglio per scegliere la banca virtuosa: una guida alla Buona Banca.
Nel percorso qui a fianco abbiamo realizzato un gioco in stile Monopoli, con gli stop e gli imprevisti. Un gioco, appunto, ma i parametri di riferimento sono veri, dalle commissioni ai tempi di chiusura del conto, fino ai tassi. Sono i minimi o la media di mercato. Vi diamo un metro (orientativamente, sia chiaro) per valutare se scegliere una banca più conveniente e vicina al cliente o tenersi la propria. Si parla di istituti di credito tradizionali: vale sempre la regola che con i conti online si spende un terzo, minimo.
I fogli informativi
Innanzitutto, valutate sui fogli informativi quanti giorni (lavorativi) ci vogliono per trasferire il conto corrente. Per legge ora non possono essere più di 12 (se non c’è un dossier titoli): dal tredicesimo, il nuovo deposito dev’essere operativo. In caso contrario, si può segnalare il fatto alla Banca d’Italia presieduta da Ignazio Visco, o all’Arbitro bancario finanziario per chiedere un rimborso se si è stati danneggiati. Se avete collegato al conto un dossier con azioni italiane e Bot, sappiate che il tempo massimo di spostamento oggi è di 19 giorni lavorativi: lo dice l’Associazione bancaria italiana, presieduta da Antonio Patuelli. Se avete titoli esteri i tempi si allungano, fino a 46 giorni per quote di fondi, «perché può essere necessaria la domanda di trasferimento che coinvolge depositari centrali esteri, che non dipende dalla normativa nazionale», dice l’Abi. Si attende la nuova legge.
Veniamo alle spese. Un parametro generale con il quale potete subito confrontarvi è l’Isc, l’Indicatore sintetico di costo annuo: il cartellino del prezzo del vostro conto corrente. L’Isc personale, cioè del proprio conto, non è facilissimo da trovare (è sull’estratto conto di fine anno), ma se lo chiedete, la banca deve dirvelo. Per sapere se è tanto o poco, raffrontatelo con gli Isc indicativi della Banca d’Italia, che ogni istituto di credito riporta sui fogli informativi dei conti correnti. Qui sotto trovate quelli delle 7 principali banche italiane, per ogni profilo di utente. La media (indicativa) è di 82 euro all’anno per i giovani, e rispettivamente di 89, 122 e 124 euro per le famiglie con bassa, media e alta operatività; 71 per i pensionati che usano poco la banca e 112 per quelli che la usano di più (vedi altro articolo).
Il caro-contante
Ed eccoci alla voce più immediata: le commissioni. Ogni banca ha una propria politica dei prezzi su bonifici, utenze, Bancomat, carte di credito. Il confronto con la media di mercato non sarà esauriente, è vero. La media spesso è alta perché rispecchia i costi applicati. Ma almeno servirà a capire se si è in linea con il mercato e come base di trattativa.
Prima regola, dunque: controllare i prelievi al Bancomat. Quelli su altra banca, nei conti per famiglie, costano in media meno di 2 euro (1,90; rilevazione fra sette istituti al 7 ottobre). Il minimo qui è Bnl, 90 centesimi (ma prima era zero).
Seconda regola: la solita. Attenzione a tutte le operazioni per cassa, dove si stanno concentrando gli aumenti perché si richiede la presenza di un dipendente. Un bonifico (su altra banca) allo sportello costa in media quasi sei euro (5,7) se in contanti (il minimo è di 4,5 euro in Bnl) e 4,5 se con addebito in conto (2 euro in Ubi). Lo stesso bonifico, eseguito online, si paga in media un euro (1,1).
Stesso discorso per le bollette. Pagarle allo sportello in contanti è un suicidio, costa quasi cinque euro (4,7) (la metà in Cariparma). Saldarle sempre allo sportello fisico, ma con l’addebito in conto, costa più di due euro (2,3). Online la spesa scende a 1,2 euro. Se dovete pagare in banca le tasse comunali tenete conto che la media oggi è di 6 euro e il minimo di 2,7 (Bpm).
Chiedere la lista dei movimenti in filiale ha ancora un costo, in media un euro (1,1). In compenso nessuno o quasi fa più pagare il prelievo allo sportello: se la vostra banca sì, è fuori linea.
Sul canone della carta di credito c’è poco da trattare, le variazioni tra banche sono minime (in media è 30 euro, comunque). C’è più margine sulle spese di amministrazione del dossier titoli dove la media è di 104 euro all’anno, ma c’è chi ne chiede 24 (Mps, massimo 37 dice il sito Comparaconyti) o 48 (Intesa).
Poco da fare anche sul rendimento del conto: non si schioda dallo zero. Altissimi poi i tassi passivi, con lo sconfino in assenza di fido al 18% medio (15,3% Cariparma).
Infine, date un’occhiata alle obbligazioni bancarie. Meglio non avervi investito più di un terzo del portafoglio, preferendo quelle con un rating (il voto al merito di credito), visto che gli obbligazionisti ora possono essere chiamati a rimediare ai conti in rosso della banca, se questa rischia il fallimento (il «bail-in»). «C’è stato un massiccio rafforzamento del capitale delle banche, non c’è rischio», dice l’Abi, che però raccomanda «consapevolezza».