il Fatto Quotidiano, 12 ottobre 2015
La faccia di Renzi e il naso di Marino, le preoccupazioni di Zanda e le valutazioni della Pinotti: gocce di cronaca al cianuro distillate da Marco Travaglio
Prefisso. “Spese del sindaco Marino: la Procura verifica l’ipotesi di peculato” (Corriere della sera, 8.10). Molto culato e poco pe.
Double face. “Caso Marino, ora Renzi vuole metterci la faccia” (Corriere della sera, 10.10). Sicuri che sia proprio la faccia?
Pinocchio Marino. “Se non fosse arrivata la storia degli scontrini, mi avrebbero messo la cocaina nelle tasche” (Ignazio Marino, La Stampa, 9.10). Per via del naso lungo?
Il Senzavergogna. “Tutti coloro che hanno votato per Ignazio Marino sindaco di Roma dovrebbero guardarsi allo specchio, arrossire pieni di vergogna e far seguire una giornata di lutto democratico… Io avevo votato Alemanno, che ha annunciato di essersi dato lo stipendio da solo, ma almeno ho l’attenuante che non fu eletto” (Giuliano Ferrara, Il Foglio, 9.10). Lui non solo ha votato Alemanno: ha preso soldi dalla Cia e sostiene da 23 anni Berlusconi, con l’aggravante che fu eletto e rieletto. Per questo non si vergogna.
Ideona. “Se si vota con il Giubileo rischio ordine pubblico. Se il nostro ordinamento lo consentisse sarebbe giusto far slittare le urne, il governo ha il dovere di tutelare la sicurezza” (Luigi Zanda, capogruppo Pd al Senato, Il Messaggero, 10-10). Giusto, si rischiano scontri di piazza fra pellegrini ed elettori. Non resta che abolire le elezioni.
Cantautori. “Ma Verdini chansonnier non è piaciuto al premier” (La Stampa, 6.10). Non gli piace quando canta: lo preferisce quando conta.
Primum rubare. “Unioni civili verso il rinvio. Prima la leggina che salva i finanziamenti ai partiti” (Corriere della sera, 10.10). Prima il piacere, poi il dovere.
Primum servire. “Per un nuovo ulteriore impegno dell’Italia in Irak stiamo valutando le richieste” (Roberta Pinotti, Pd, ministra della Difesa, alla Camera, 7.10). Appena arrivano gli ordini da Washington, vi facciamo sapere.
Prima villa. “Via la Tasi ai più ricchi. Ville, palazzi e castelli ‘salvi’ se prime case: sono 45 mila proprietari” (la Repubblica, 9.10). E questo è il governo di centrosinistra. Poi, volendo, c’è la destra.
Arbitri/1. “Senatore Castaldi, trovo che il suo accostamento tra me e l’arbitro Moreno sia altamente offensivo” (Piero Grasso, Pd, presidente del Senato, rivolto a un senatore dei 5Stelle, 7.10). Strano: finora l’arbitro Moreno non s’è offeso.
Arbitri/2. “Gabrielli: ‘Mai sarò in corsa per il Campidoglio’” (l’Unità, 9.10). Quindi si candida da fermo.
I veri colpevoli/1. “Il caso Volkswagen mostra il danno dell’eccesso di regole” (Nicola Porro, vicedirettore de Il Giornale, 4.10). Giusto: se qualcuno viola le regole, è colpa delle regole, perché se non ci fossero nessuno le violerebbe. Logica pura.
I veri colpevoli/2. “Giova ricordare che il gruppo più consistente dell’Assemblea regionale siciliana è quello di Grillo, ma a parte una pur utile strada di campagna asfaltata, null’altro si è visto” (Massimo Bordin, Il Foglio, 6.10). Giusto: se la maggioranza non fa nulla, è colpa dell’opposizione.
Avanti c’è posto. “Salvini è un piccolo Grillo, e Renzi va aiutato sulle riforme” (Flavio Tosi, sindaco di Verona, ex Lega Nord, Il Foglio, 6.10). Poveretto, come s’offre.
Slurpismo. “Sergio che ha cambiato l’Italia”. “Il personaggio che per primo ha smosso in modo clamoroso le acque del mercato del lavoro è certamente Marchionne… Sfidando lo gnè gnè della sinistra a vocazione Podemos, ha contribuito a riformare il Paese più di qualsiasi altro leader politico… Se la direzione del governo verrà confermata e Renzi darà il colpo finale alla concertazione sarà difficile non riconoscere che il vero bipolarismo, specie nel mercato del lavoro, non è più tra destra e sinistra ma tra marchionnismo e landinismo. Scegliete pure voi da che parte stare” (Claudio Cerasa, Il Foglio, 8.10). Dunque, vediamo… Fatto!
Il titolo della settimana. “Telefonare col culo” (Libero, 7.10). E magari inviare pure un messaggio vocale.