La Stampa, 12 ottobre 2015
Seconda fase dell’abbattimento degli ulivi in Puglia per combattere la Xylella
«Questo è il risultato dell’opposizione agli abbattimenti precedenti, cioè al fatto che in pratica non sono mai stati fatti». Donato Boscia è il responsabile dell’Istituto di virologia del Cnr di Bari, autorità in fatto di Xylella perché proprio il Centro nazionale di ricerca è stato eletto a punto di riferimento per il contagio dal batterio che uccide gli ulivi. Il secondo piano di abbattimenti dovrebbe iniziare stamane. Dopo aver infettato gli ulivi in provincia di Lecce, la Xylella si è estesa alla zona Sud di Brindisi: Torchiarolo, Oria, Cellino San Marco, San Pietro Vernotico. In quella regione il piano prevede l’abbattimento di 2032 alberi, sia quelli infetti, sia quelli sani in un raggio di 100 metri da quelli infetti. Gli altri 1071 dovranno essere abbattuti nell’area a Nord della provincia di Lecce, in particolare nelle campagne di Squinzano e Trepuzzi.
Il patrimonio
«Gli alberi di ulivo nella zona salentina sono sessanta milioni – spiega ancora Boscia – se non abbattiamo le piante infette tutto il patrimonio della regione Puglia è a rischio. So che alcuni agricoltori stanno preparando ricorsi, mi pare che il piano ministeriale sia stato redatto in modo inattaccabile, proprio per evitare il Tar, ma non ho le conoscenze giuridiche per essere sicuro». Di certo Boscia conosce la pericolosità del virus. «Quello che non si riesce a far comprendere è che questa operazione può salvare gli ulivi di tutta la regione». Il ministero ha previsto anche un risarcimento per gli agricoltori le cui piante devono essere abbattute: da 98 euro a 146 a pianta a secondo della qualità e della resa, ma questo vale solo per chi, avendo ricevuto le ordinanze, deciderà di agire in modo autonomo o concorderà con il Corpo forestale dello Stato le modalità di abbattimento. Il risarcimento dovrebbe convincere gli agricoltori a collaborare, almeno secondo quanto detto da Gabriele Papa Pagliardini, dirigente del settore Sviluppo rurale della Regione Puglia.
L’udienza
Ma proprio questa mattina è prevista l’udienza davanti al Tar del Lazio sul ricorso presentato da 21 coltivatori di Torchiarolo contro il piano «Silletti». «Non c’è alternativa – insiste Boscia -, lasciare a “briglia sciolta” il batterio vuol dire mettere a rischio la produzione non solo della Puglia». Mentre la Ue minaccia sanzioni se non si dà il via al piano, cittadini, ambientalisti, e agricoltori chiedono alla Regione di opporsi agli abbattimenti: «Perché non esistono le evidenze scientifiche sia il batterio la causa dell’essiccamento». «Non abbiamo la certezza che l’abbattimento funzioni – insiste Boscia -, ma abbiamo la certezza che se non lo facciamo la Xylella ucciderà l’olivicoltura pugliese».