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 2015  ottobre 12 Lunedì calendario

Favij, da divo di Internet a divo dello schermo

Chiuso in camera, in cuffia davanti al computer. Ma Lorenzo Ostuni non soffre di solitudine. Da quando si è tuffato nello schermo indossando il mantello da Favij la sua vita virtuale ha assunto dimensioni di popolarità senza precedenti in Italia. Da intrattenitore del web ha maturato 2 milioni e 100 mila amici su YouTube. Ora però ha messo la testa fuori dalla Rete e si prepara al primo red carpet della sua vita. È il protagonista (insieme ad altre tre star di YouTube) di Game Therapy che verrà presentato in anteprima il 21 ottobre ad «Alice nella città», la sezione giovane della Festa del cinema di Roma. Il giorno dopo sbarcherà sul grande schermo in 400 sale.
Nel film, diretto dal regista americano Ryan Travis e girato tra Marocco e Stati Uniti, recita (più o meno) la parte di se stesso: quella di un ragazzo che si rifugia nel mondo dei videogame per sfuggire alla realtà che trova noiosa e prevedibile. Per abuso di effetti speciali, potrebbe essere tranquillamente definita un’americanata. «Nel film rivedo più che altro la mia infanzia di videogiocatore incallito, quando la vivevo come una fuga dalla realtà. Il nome Favij? L’ho deciso da piccolo, suonava bene» racconta.
Lorenzo ha 20 anni. Vive a Torino e il quartier generale è la sua stanza nella casa dei genitori. Dopo essersi diplomato perito informatico all’Istituto Tecnico ha chiuso (almeno per ora) con gli studi, dato passa anche 15 ore incollato allo schermo: per lavoro. Alla ricerca di giochi nuovi nello sterminato mare del web. Ha iniziato che aveva tre anni, il primo videogame non si scorda mai. «Giocavo da solo o con mio padre. Poi la svolta a 16 anni, quando ho iniziato a filmarmi, a quel tempo lo facevano in pochi». Inizia con recensioni video in cui racconta il gioco. Poi ci mette la faccia, recitando la satira del videogame in un riquadrino dello schermo.
Un video alla volta, ha coltivato il suo profilo da rockstar. «Con il mio pubblico ho un legame forte: ai raduni, alle fiere se mi chiedono 5 mila autografi li firmo tutti» spiega. Un abbraccio, una foto, per chi immedesimandosi l’ha eletto a idolo. «Il segreto sta nel girare ore di video, montandoli riesco a esaltare i momenti più divertenti». Il dono della sintesi. «Il mondo dei videogame è in continua evoluzione, questo mi consente di rinnovarmi senza correre il rischio di risultare ripetitivo».
Il successo (su YouTube) genera dipendenza (da telecamerina). Così Favij ha iniziato a postare video senza la scusa del videogioco. «Sto sperimentando con i viaggi che faccio, l’ultimo a Ibiza con gli amici». Il ragazzo ci sa fare, tanto che prima del film in uscita, si è misurato con ogni altro media. Ad aprile è uscito Sotto le cuffie, il suo primo libro («a 20 anni non aveva senso fare un’autobiografia: è più che altro il racconto di come è esploso il fenomeno»). La Panini ha pure fatto un album delle figurine su di lui: «Dentro ci sono le mie espressioni più strane e i momenti clou di alcuni giochi». Dal 7 ottobre è protagonista anche in tv, su Cartoon Network, dove testa i videogame sfidando i fan. «Sono sicuro che gli iscritti al mio canale prima finiranno, colpa della lingua. In inglese però i video non sarebbero divertenti». Il terreno intorno a lui si sta ampliando. «Negli ultimi anni YouTube sta acquisendo pubblico, perché le produzione sono meno amatoriali di un tempo. Ci sono sempre meno video goliardici tra amici e sempre più contenuti realizzati con qualità».
Favij non pensa a cosa farà da grande. Se ci sarà una vita fuori dalla Rete. «Siamo una generazione nata e cresciuta su YouTube. Invecchieremo insieme, anche se decidessi di fare qualcosa di diverso». Come insegna la morale di Game Therapy. Nella vita reale non puoi riavviare la partita, devi imparare a giocartela.