Corriere della Sera, 12 ottobre 2015
Renzi pensa di far nominare a Gabrielli un’intera giunta: un prefetto-commissario a mo’ di sindaco e otto vicecommissari come assessori (tra cui Esposito, Causi e Sabella)
È l’articolo 53 del Testo Unico degli enti locali a regolare le dimissioni presentate dal sindaco, che diventano efficaci ed irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al Consiglio comunale.
È da quel momento, dalla presentazione o dalla comunicazione al Consiglio comunale, che il temine comincia a decorrere. Durante i 20 giorni sindaco, Giunta e Consiglio hanno solo poteri di ordinaria amministrazione.
L’avvio della procedura spetta al Prefetto che nomina un Commissario, detto prefettizio, i cui poteri sono identici a quelli, sommati, del Consiglio, della Giunta e del sindaco.
ROMA L’occasione è l’incontro tra i leader del Pd e di Ncd sul destino della legge sulle unioni civili, ma appare scontato che questa mattina Matteo Renzi e Angelino Alfano parleranno di Roma. E avvieranno la trattativa per la scelta del commissario che tra venti giorni – a meno di sorprese dell’ultima ora del sindaco Ignazio Marino – dovrà «governare» la Capitale in un momento delicato come quello dell’Anno Santo, il Giubileo che si apre l’8 dicembre.
Ecco perché il presidente del Consiglio ha detto di voler contare su una squadra di esperti, personalità che possano gestire anche le situazioni più delicate – «periferie, trasporti, sport» in vista della candidatura ad organizzare l’Olimpiade del 2024 – formando una sorta di mini giunta dove ognuno abbia la delega alla gestione di un settore. «Dare una mano», ha chiesto pubblicamente il premier. Ed ecco perché il ministro dell’Interno ritiene che la scelta della «guida» debba ricadere su un prefetto di massima professionalità, preferibilmente qualcuno che abbia già avuto un’esperienza analoga. La nomina spetta al prefetto di Roma Franco Gabrielli, con lui si confronterà il governo nella convinzione che il lavoro debba essere portato avanti nella massima collaborazione. La «rosa» non è ampia, anche perché alcuni nomi circolati nei giorni scorsi sono quelli di prefetti che ricoprono incarichi ritenuti «chiave» – come Bruno Frattasi, capo dell’ufficio legislativo del Viminale; Mario Morcone, responsabile del dipartimento Immigrazione; Luigi Varratta, attuale capo del dipartimento Personale e risorse – e non appare facile spostarli. Nell’elenco del ministro potrebbero entrare Paola Basilone, che guida Torino, molto esperta in questioni amministrative. Molto quotato anche l’ex prefetto di Bologna, da poco in pensione, Angelo Tranfaglia. In corsa pure Riccardo Carpino, che ha gestito la Provincia di Roma, e Domenico Vulpiani nominato commissario ad Ostia dopo lo scioglimento del Comune deciso dopo la fine dell’inchiesta su «Mafia Capitale».
Renzi non esclude l’affidamento dell’incarico a un prefetto, ma su un punto è fermo: Roma deve avere un vero governo. Personalità di alto profilo che possano traghettare la città verso le elezioni «con un cambio di passo» non escludendo che anche tra loro possa poi essere scelto il candidato sindaco. Anche perché non è stata del tutto archiviata l’ipotesi di rinviare il voto alla fine del Giubileo, arrivando alla primavera del 2017.
In questo quadro prende corpo l’idea di nominare otto subcommissari che si occupino di governare la città mantenendo nella squadra i tre assessori nominati per supportare l’attività di Marino, primo fra tutti Alfonso Sabella («buon assessore scelto da Marino, ottimo anche come commissario ma ci sono altri», mette le mani avanti Renzi) e poi Marco Causi e Stefano Esposito. Renzi vuole nomi di alto profilo e per questo nelle ultime ore è circolata l’ipotesi di coinvolgere l’ex comandante generale dei carabinieri Leonardo Gallitelli, da poco chiamato a guidare la struttura Antidoping. Ma anche un dirigente del ministero dell’Economia per occuparsi a tempo pieno del Bilancio, della distribuzione delle risorse.