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 2015  ottobre 12 Lunedì calendario

A Sochi la vittoria di Hamilton e quella di Putin (e quella della Mercedes)

DAL NOSTRO INVIATO SOCHI Il titolo costruttori arriva a tempo scaduto con la penalità che retrocede Kimi Raikkonen. Tappi di champagne in aria è solo l’antipasto della grande festa che attende la Mercedes e Lewis Hamilton ad Austin: con 9 punti in più di Sebastian Vettel e 2 di Nico Rosberg si potrà laureare campione del mondo per la terza volta. Il successo russo arriva sotto gli occhi del presidente Putin. Cecchini sui tetti e agenti in borghese, il capo del Cremlino si prende la scena: segue in tribuna insieme a Ecclestone, abbraccia il vincitore che indossa un colbacco. Il presidente è ovunque: sulle magliette in vendita sulle bancarelle, immortalato a cavallo o con la giubba di pelle nera. La gara gli è piaciuta, molto più dell’anno scorso.
Hamilton trionfa grazie a un regalo inatteso: a Rosberg scattato in testa e abile nel mantenere la posizione si rompe il pedale dell’acceleratore al 7° giro. Addio agli ultimi sogni di rimonta. Con il ritiro il tedesco della Mercedes è scavalcato nella classifica da Vettel. Là davanti se la ridono: fra Seb e Lewis battute, provocazioni e promesse di darsele in pista l’anno prossimo. Adesso la Mercedes è ancora troppo più forte.
Il ferrarista lo fa notare: «Hai iniziato a salutare i tifosi cinque giri prima?». Replica: «No, quello lo facevi tu». Stoccata finale: «Ti sbagli era Mansell: lui salutava all’ultimo giro». Poi di fronte alle bellissime «grid girls», presenti a sorpresa nella sala della conferenza stampa su invito di Hamilton, Seb stuzzica l’animo da playboy dell’avversario: «So cosa stai aspettando: mi hai appena detto che non vedi l’ora che le ragazze salgano nella tua stanza d’albergo. Ma non vedi che sono state in piedi tutto il giorno? Facciamole sedere». Il campione del mondo imbarazzatissimo in diretta: «Di cosa stai parlando?». Siparietti che aprono uno spiraglio di umanità su piloti sempre controllati a vista da eserciti di assistenti.
La prontezza dei meccanici Ferrari, invece, spiana la strada al secondo posto di Vettel, che nelle prime battute aveva subìto la rimonta di Raikkonen: molto più veloci di quelli della Williams fregano Bottas con la tecnica dell’undercut. Mentre il duello – vinto – con il compagno lo racconta così: «Un momento davvero emozionante: passarlo è stato importante per poi sfruttare al meglio il passo di gara». Ma c’era un ultimo ostacolo prima dell’irraggiungibile Hamilton, Sergio Perez. Il messicano con una furbata anticipa il pit stop con l’ingresso della seconda safety car, quando Grosjean si stampa contro le barriere. Dopo 42 tornate con le stesse gomme ha brindato sul podio grazie all’autoscontro finlandese Raikkonnen-Bottas. Per il resto Sainz ha convinto i medici a lasciarlo correre: dopo una bella rimonta conclude in testacoda. Il suo guru Alonso festeggia i 250 Gp escluso dalla zona punti per aver oltrepassato i limiti della pista. Sua la battuta migliore quando via radio gli dicono di resistere a Felipe Massa fino alla fine: «Ragazzi, amo il vostro senso dell’umorismo».