la Repubblica, 11 ottobre 2015
I cattivi pensieri di Gianni Mura. «Qual è l’anagramma osceno di Lucio Barani? Io non lo dico, non voglio fare l’oscenografo»
Romani contro Marino è uno scontro tra anagrammi. Mi ci appoggio ma sto scomodo. Allora mi appoggio a due articoli scritti da autorevoli firme usciti ieri su Repubblica (Michele Serra) e sul Corsera (Claudio Magris). Già va meglio, nel senso che condivido quello che hanno scritto. E mi hanno sorpreso, devo dire, le parole di Magris, che ci s’immagina, uomo di profonda cultura mitteleuropea, lontano dai toni molto accesi. E invece, con sua moglie davanti a un talk show, “abbiamo spento con disprezzo la tv, perché c’è un limite allo spettacolo di un linciaggio, indipendentemente dal poco o molto valore possa avere la vittima. In queste settimane la caccia a Ignazio Marino, inseguito come il fuggiasco di una piantagione del vecchio Sud dai cani da schiavi, è stata uno spettacolo repellente”. Ma assai seguìto, più il livello è basso più ci si appassiona. In politica si è passati dagli scontri (ideologici) agli scontrini (gastronomici). Gli scontri sono attutiti, diluiti, rimpiccioliti. Diventano sconti. Vedi le lievissime sospensioni inflitte a Lucio Barani e Vincenzo D’Anna: 5 giorni. Rischia molto di più un terzino della Sambenedettese che manda affanculo un guardalinee. Con l’aggravante, avrebbe detto mia nonna, che quei due hanno studiato. Barani è medico, D’Anna biologo. A proposito di Barani, tra i suoi anagrammi non c’è solo il “noia lubrica” proposto da Stefano Bartezzaghi, ma anche uno fortemente osceno, che non renderò pubblico per evitare l’accusa di essere un oscenografo.
Chi frequenta gli stadi conosce bene le masse. E sull’unanimità coltiva qualche dubbio. Marino avrà tantissimi difetti, politicamente è un tordo, ossia un volatile facilmente impallinabile (lo so, anche se non ho mai cacciato). È stato abbattuto con un volume di fuoco sufficiente per far fuori un branco di allosauri. È il volume che dà da pensare, più del tordo. Visti i nomi dei probabili successori e non bastasse quello del predecessore, se fossi un bookmaker darei a 15 la voce “Marino rimpianto”. Ma non sono un bookmaker e passo alla cronaca di giornata, tanto per dire che a Roma qualcosa di buono succede pure. Oggi pomeriggio (14.30) a Pietralata, campo XXV Aprile, lo stesso su cui giocava l’Albarossa di Pasolini, partita tra Liberi Nantes, squadra interamente formata da rifugiati politici, e Legends della Roma. Un tempo si chiamavano Vecchie glorie, forse Legends è più comprensibile in this country. Ci saranno Nela, Giannini, Candela, Cappioli, Chierico, Balzaretti, Marazzina, in panchina De Sisti, a dare il calcio d’inizio Sabatini. Precisazione: il sindaco Marino è estraneo all’iniziativa, a chi non la condivide e vuole protestare si consiglia di citofonare Pallotta. Io vorrei protestare contro questo quesito da risolvere, contenuto in un libro di testo di una seconda di liceo scientifico (sempre a Roma, ma dopo accurata inchiesta Marino risulta estraneo all’iniziativa). Ecco il quesito: “Un sasso è lanciato da un cavalcavia alto 12 metri a una velocità di 1,8 m/s, mentre sopraggiunge un’auto. Se l’auto si trova a 82 metri dal cavalcavia e viaggia a 125 km/h, l’auto viene colpita?”. Il titolo è “Sasso dal cavalcavia!” Non bastasse il resto, la presenza del punto esclamativo m’induce ad abbassare il voto: da 0,5 a -1. Immagino anche la difficoltà dei creatori di quesiti (mumble mumble). Mica possono campare una vita sulla mamma di Pierino che va al mercato, o su quanto tempo impiega a svuotarsi una vasca da bagno circolare con tot di diametro e tot di profondità. L’attenzione dello studente va catturata con temi più consoni ai tempi. Non tutti: questo non è stato inserito nel libro: “Se tuo nonno gode di 647, 22 euro di pensione, e conoscendone le spese (affitto, riscaldamento, sigarette, anche se gli converrebbe smettere, vitto) in quale giorno del mese si ritroverà con le tasche vuote?”.
Meglio parlare di Monachello. Due gol e un assist per Benassi. nel 3-0 dell’Under 21 alla Slovenia, giovedì sera. Il Corriere dello sport aiuta a conoscerlo di più. Gioca nell’Atalanta, d’accordo, ha 21 anni, ma prima? Breve riassunto: nato ad Agrigento, da ragazzino va a Lodi perché lì abita uno zio e gioca nelle giovanili dell’Inter. Poi, Parma. Si fa notare in tornei importanti. Il suo procuratore, l’ucraino Dimitri Seluk (lo stesso di Yaya Touré) lo dirotta al Metalurg Donetsk. Il clima è quello che è, Monachello accoglie con entusiasmo il passaggio a Cipro, all’Olympiacos Nicosia: 7 gol in 13 partite, tutto bene. Anche troppo, perché sull’allora 19enne Gaetano mette gli occhi il Monaco. Allena Ranieri, il compagno di camera di Monachello è Ricardo Carvalho, il titolare in attacco è Falcao. Morale: il giovane promettente conviene darlo in prestito a società amica: il Cercle Bruges, che dopo pochi mesi lo gira in Grecia, all’Ergotelis. Cambiato procuratore, tornato in Italia, a Lanciano: 35 partite, 8 gol, e l’Atalanta in via definitiva. Il mancino poliglotta (si esprime in 4 lingue, scrive il Cds) a 21 anni ha già giocato in sei nazioni diverse. Proprio vero che l’Italia non è un Paese per giovani. Ma nemmeno per anziani. Per qualcuno dovrà pur essere: si saprà dopo approfondite indagini.