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 2015  ottobre 11 Domenica calendario

Il milione di micronorme della nuova legge con cui il governo bada ad accontentare questa o quella categoria e a limitare per quanto possibile la concorrenza

Per legge, dal 2009, il Governo dovrebbe predisporre ogni anno un disegno di Legge «volto alla rimozione degli ostacoli regolatori all’apertura dei mercati e alla promozione della concorrenza». La prima di queste leggi annuali è stata appena approvata dalla Camera. Sei anni di ritardo che stanno a indicare quanto poco, al di là delle dichiarazioni, si creda nel mercato e nella concorrenza. Comunque, meglio tardi che mai.
Sorprende però che il varo di questa legge non sia stato sbandierato dal Governo come ennesimo segnale del proprio attivismo. Le ragioni possono essere due. Una ottimistica: ha preferito stenderci sopra un velo pietoso. Una pessimistica: teme di perdere voti a parlare di mercato e concorrenza.
La legge è un lungo elenco di piccole variazioni da apportare alla pletora di norme, prescrizioni, regolamenti, autorizzazioni, che condizionano indirettamente la vita quotidiana di ognuno noi, generando un insopportabile onere per l’economia. Ma ogni regoletta può essere un grande vantaggio per una piccola categoria, il cui costo è spalmato sulla collettività, che non lo percepisce in quanto irrisorio. Ne viene fuori una specie di suk in cui lo Stato negozia col bilancino vantaggi e svantaggi con tutte le parti coinvolte, spesso col risultato di alimentare la burocrazia invece di favorire mercato e concorrenza.
Alcuni esempi. Nelle comunicazioni si vorrebbe favorire il consumatore costituendo il “Registro dei soggetti che utilizzano indirettamente risorse nazionali di numerazione”, il “Registro pubblico degli abbonati che si oppongono alle telefonate promozionali”, e il “Sistema Pubblico Identità Digitale” (non c’è bisogno della carta di identità per una Sim nuova). Ma i pagamenti in mobilità (tramite telefonino) che avrebbero creato una forte concorrenza a banche e Poste, sono limitati all’acquisto dei biglietti di musei e spettacoli. Per la gestione in autonomia degli imballaggi, oltre all’autorizzazione dell’”Osservatorio nazionale dei rifiuti”, si introduce il parere di un altro ente pubblico, l’”Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale”. Per i nuovi distributori di carburanti ci sono i criteri decisi con decreto MiSE, di concerto col MIT, sentito Antitrust e conferenza Stato-Regioni.
Con i notai si procede coi piedi di piombo: si riduce a 5 mila il numero minimo di abitanti per sede, ma se ne estende l’ambito territoriale, sempre con Decreto del Ministero Giustizia. Perdono la costituzione delle S.r.l., permessa ora con scrittura privata, ma guadagnano la gestione del nuovo Registro delle Successioni. Negli studi legali organizzati in forma societaria, i soci di capitale non possono detenere più di un terzo del capitale e diritti di voto, né essere amministratori: di fatto equivale a proibirli. Le società di capitali possono ora detenere più di 4 farmacie, ma statuto e soci vanno comunicati all’Ordine dei Farmacisti, e fra i soci non ci possono essere società farmaceutiche (che potrebbero disintermediare i distributori a beneficio dei consumatori).
Finalmente i velocipedi sono autorizzati al servizio pubblico di noleggio con conducente: avremo i risciò e le relative licenze. C’è tempo fino al 2018 per eliminare la tariffa fissa per luce e gas per chi non ha scelto il mercato libero: ancora tre anni per completare una liberalizzazione avviata col Decreto Bersani del 1999! E le banche? Tariffe urbane per i call center e due preventivi per le polizze accessorie a mutui, che possono rimanere obbligatorie, rigorosamente vendute dalla stessa banca.
Il Parlamento è perfino riuscito a peggiorare il testo del Governo. Regalo ai carrozzieri: soppresso l’obbligo di rimborso in forma specifica con quelli convenzionati con le assicurazioni. Regalo ai Notai: no alla proposta di permettere agli avvocati di redigere le compravendite immobiliari sotto 100mila euro. Soppressa la portabilità dei fondi pensione ai lavoratori di categorie professionali diverse, che avrebbe promosso la concorrenza.
Si estende al 2017 il monopolio delle Poste per la notifica di multe e atti giudiziari (alla faccia della rivoluzione digitale). Soppresso il divieto agli alberghi di fare offerte inferiori a quelle fatte sulle piattaforme on-line: riducendo la concorrenza che internet aveva portato nel settore. Insomma: un vero scempio.
Ma in Italia, la concorrenza è come l’araba fenice: come affermava il Metastasio «che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa.»