11 ottobre 2015
Strage di pacifisti in Turchia • Ancora morti a Gerusalemme e Gaza • Renzi promette sconti agli imprenditori che investono e fondi per i bambini poveri • Una formica su quattro non fa nulla
Strage 1 Alle 10.04 di sabato mattina (le 9.04 in Italia) nella piazza della stazione di Ankara si stavano radunando centinaia di persone che avrebbero partecipato a una marcia per la pace - chiedevano al governo di fermare i bombardamenti contro le posizioni curde nel Sud-est del Paese - quando sono esplose due bombe. Bilancio: oltre 100 morti e 500 feriti. Probabilmente opera di kamikaze, dice il ministero dell’Interno. La manifestazione di ieri aveva il cappello della sinistra filo-curda del partito Hdp. Accanto all’Hdp, però, si è schierata buona parte della società civile turca, la parte più laica e filo-occidentale.
Strage 2 Il premier turco Ahmet Davutoglu parla dell’episodio «più doloroso della storia repubblicana» e indica i terroristi curdi o lo Stato Islamico (che la Turchia ha appena cominciato ad ostacolare con un po’ più di decisione) come principali sospetti. Secondo Selahattin Demirtas, leader della sinistra filo-curda, siamo invece «di fronte ad uno Stato assassino. Come è possibile che con una intelligence tanto forte, le autorità non avessero allarmi su attentati? Non c’era un solo agente sulla piazza». Per lui non ci sono dubbi e questo è solo il terzo attentato contro la sua formazione dopo quelli di Dyarbakir (il 7 giugno ad un suo comizio) e quello del 20 luglio a Suruc dove un gruppo di 36 pacifisti curdi è stato massacrato da un kamikaze. Come Demirtas pensavano anche le migliaia di manifestanti che a Istanbul e in decine di altre città sono scesi in piazza per chiedere le dimissioni del presidente: «Erdogan assassino. Erdogan dimettiti».
Strage 3 Fatih Kalko, 22 anni, studente di architettura che partecipava ad Ankara alla manifestazione pacista: «Mi sono ritrovato a terra. Non so se mi sono buttato o se è stato lo spostamento d’aria. Ho avuto paura ad aprire gli occhi, sentivo degli odori strani e stavo con le mani tra i capelli. Quando ho alzato la testa ho cominciato anche a sentire le urla. C’era gente insanguinata, in piedi, seduta, accasciata. Molti erano già scappati, altri arrivavano. Il terrore era che potesse spaccarsi il mondo un’altra volta. Ho cercato anch’io di aiutare. Ancora adesso non so se i miei amici sono tutti vivi. Ho provato a chiamare l’ambulanza, ma le linee non funzionavano, allora ho corso per trovare un’auto. Ho visto pezzi umani e, a un certo punto, nettissimo, ho sentito l’odore della carne bruciata. È stato terribile» (Nicastro, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Gerusalemme Continuano a Gerusalemme gli assalti col coltello. Ieri un giovane arabo ha ferito due ultraortodossi che tornavano dalla sinagoga ed è stato ucciso dagli agenti; un altro ha attaccato le guardie in pattuglia fuori dalle mura della Città Vecchia, anche lui è stato ammazzato. La Croce Rossa israeliana ha diffuso via Internet un video per spiegare come tamponare le ferite da pugnale, i negozi che vendono articoli da auto-difesa hanno esaurito le scorte di spray urticanti e i fischietti per dare l’allarme. Netanyahu, in previsione di violenze in crescita, ha deciso di convocare i riservisti, per ora quelli della polizia di frontiera, da schierare nelle zone dove ebrei e arabi convivono a poca distanza. Dal primo ottobre i palestinesi uccisi sono venti, sette di loro attentatori, gli israeliani vittime di assalti sono quattro.
Gaza Ieri due adolescenti palestinesi - Marwan Barbakh, 11 anni, e Khalil Othman, 15 - sono stati uccisi dai soldati israeliani: stavano partecipando a Gaza ad una manifestazione il cui intento era entrare in Israele. Il padre dell’undicenne, Isham, poliziotto di Hamas, a La Stampa: «Considerava degli eroi i giovani della Cisgiordania che tirano i sassi contro i militari, voleva essere come loro, per salvare Al Aqsa dalla dissacrazione dei coloni [...] nel nostro quartiere e in tutta Gaza c’è tanta rabbia nei confronti dei porci ebrei che dissacrano la moschea di Al Aqsa» (Molinari, Sta).
Renzi Un «super ammortamento» del 140% per gli imprenditori che investono nel 2016 in beni strumentali della propria azienda. È la novità annunciata dal premier Matteo Renzi, parlando ieri agli imprenditori di Treviso, tra le norme che fanno parte della legge di Stabilità: «Chi nel 2016 investirà in beni strumentali, non immobiliari, della propria azienda avrà la possibilità di portare in ammortamento non il 100 per cento, ma il 140 per cento - spiega Renzi - senza troppi calcoli: sarà in automatico e varrà per un anno solo». Il testo, che sarà approvato dal Consiglio dei ministri giovedì mattina, comprende anche una norma «per la prima volta, per aiutare un milione di bambini che vive al di sotto della soglia di povertà».
Formiche I ricercatori Daniel Charbonneau e Anna Dornhaus dell’Università dell’Arizona, con uno studio pubblicato su Science, hanno svelato che non tutte le formiche sono laboriose. Gli scienziati hanno analizzato cinque colonie di formiche allevate in laboratorio, le hanno isolate per due settimane e hanno ripreso i loro movimenti con delle telecamere ad alta definizione per cinque minuti per sei volte al giorno. Per distinguere i diversi gruppi, ognuno è stato spolverato con vernice colorata. Risultato: soltanto il 2,6 per cento delle formiche era stata costantemente attiva durante tutte le rilevazioni, mentre il 71,9% aveva lavorato per la metà del tempo, e il 25,1% non aveva proprio fatto nulla, mai. Resta ancora da capire perché una formica su quattro non faccia niente: una teoria è che quelle totalmente inattive sono troppo giovani o troppo vecchie per lavorare (Serra, Cds).
(a cura di Roberta Mercuri)