Milano Finanza, 9 ottobre 2015
Sempre meno merci viaggiano in treno. Il trasporto di un container da 40 piedi costa 800 euro dal porto di Shanghai a quello di Genova ed esattamente altri 800 per andare per ferrovia da Genova a Padova
Il ministro delle infrastrutture e trasporti, Graziano Delrio, da mesi promette una «cura dell’acqua» e una «cura del ferro» per i trasporti italiani. Ma mentre il medico di origini emiliane sta avviando la prima terapia con la riforma dei porti al rush finale, la seconda cura rischia di finire su un binario morto.
La preoccupazione è emersa chiaramente all’edizione 2015 di Mercintreno, il tradizionale appuntamento convegnistico dal quale Giancarlo Laguzzi, presidente di FerCargo (l’associazione che raccoglie le imprese ferroviarie merci operanti in Italia non appartenenti al Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane), ha lanciato un appello: «Con il piano della portualità il governo ha fatto un buon lavoro: ora sarebbe il caso di ripetersi per un piano della logistica, dedicato in particolare al trasporto ferroviario merci.
Altrimenti il rischio è di continuare in un declino, lento ma inarrestabile».
Nel nostro Paese il cargo ferroviario ha perso complessivamente oltre il 40% del traffico rispetto a sette anni fa e la percentuale di merci trasportate per ferrovia è ormai scesa al 6% sul totale.
Laguzzi ha riassunto le cifre della crisi dicendo: «Nel 2008 Trenitalia Cargo effettuava 60 milioni di treni-chilometro, nel 2014 poco meno di 30 milioni; un treno su due, cioè, non viene più effettuato, con una perdita secca del 50%. Le imprese aderenti a FerCargo, che oggi rappresentano il 33% del mercato, hanno recuperato una parte di questo traffico, ma complessivamente l’arretramento è superiore al 25%».
Alla parole di Laguzzi hanno fatto eco quelle di Michele Elia, amministratore delegato del Gruppo Fsi, che ha detto: «Va definito un piano nazionale dei trasporti anche con l’Autorità dei Trasporti. La domanda per trasportare le merci in ferrovia non c’è e questo per molti motivi, non ultimo perché manca un’autentica politica dei trasporti nel nostro Paese orientata a favore del treno. In Paesi come la Svizzera o la Germania, il traffico merci su camion è fortemente penalizzato e spesso le ferrovie ricevono finanziamenti per ammodernare il loro parco rotabile o per sviluppare il traffico intermodale. Le Fs in Italia hanno rinnovato quasi la metà del parco rotabili di Trenitalia o acquistato i nuovi treni Frecciarossa 1000 interamente in autofinanziamento, senza alcun supporto dallo Stato».
Anche secondo Paolo Uggè, vicepresidente di Confcommercio, bisogna agire con un’ottica di sistema e non procedere a riforme di un singolo settore: «Da oltre vent’anni l’Italia non ha un piano generale dei trasporti e della logistica e la conseguenza è che si fanno solo scelte particolaristiche o settoriali, senza una visione complessiva delle esigenze del sistema».
Thomas Baumgartner, presidente di Anita (associazione confindustriale dell’autotrasporto), ha sottolineato da parte sua il drastico calo del trasporto intermodale passato dai 190.000 treni effettuati nel 2007 ai 78.000 del 2012, e ha aggiunto: «Il traffico intermodale si svolge ormai solo sulle relazioni internazionali e in particolare verso la Germania, mentre è praticamente scomparso sul resto del territorio nazionale».
Per rendere il trasporto merci su ferro più competitivo serve la possibilità di comporre treni lunghi 750 metri. Laguzzi in conclusione ha aggiunto infatti: «Il cliente guarda al prezzo finale del trasporto e oggi la ferrovia presenta un deficit di competitività ancora difficile da colmare. Il trasporto di un container da 40 piedi costa 800 euro dal porto di Shanghai a quello di Genova ed esattamente altri 800 per andare per ferrovia da Genova a Padova. Per riuscire a ridurre i prezzi, sarebbe indispensabile aumentare la capacità dei convogli: un treno merci di 750 metri di lunghezza costa il 40% in meno di un analogo convoglio lungo solo 500 metri. Le linee ferroviarie attuali non consentono la formazione di treni così lunghi ma, nonostante Rfi abbia annunciato un piano che prevede una serie di interventi su questo, un programma che preveda tempi certi di realizzazione, i relativi stanziamenti e anche una definizione delle priorità ancora non c’è». (riproduzione riservata)