Il Messaggero, 9 ottobre 2015
I vestiti, i profumi, i gioielli: si apre a Londra “Mademoiselle Privé”, mostra dedicata a Coco Chanel e al suo versatile genio creativo. «Il diamante rappresenta, con la sua densità, il valore più alto con il volume più piccolo»
Quando nel 1932 Coco Chanel tentò di presentare a Londra la sua prima e ultima collezione di alta gioielleria, fu fermata alla frontiera: troppi diamanti, non potevano entrare nel Paese. Più di 80 anni dopo, quei gioielli sono stati riprodotti dalla Maison e presentati nel corso della sfilata autunno-inverno di luglio scorso, quella diventata famosa per il tema “casinò”, e ora verranno esposti a Londra in una grande mostra voluta da Chanel e dal direttore creativo Karl Lagerfeld e ospitata su tre piani alla Saatchi Gallery.
LA STORIA
“Mademoiselle Privé”, questo il nome dell’esposizione, resterà aperta per sole tre settimane, dal 13 ottobre al 1° novembre, e sarà ancora una volta l’occasione per raccontare una delle leggende più avvincenti della storia della moda, quella della ragazzina Gabrielle che forte del suo gusto impeccabile e della sua abilità a cucire diventò la stilista più influente di tutti i tempi nonostante i natali modesti e l’infanzia passata in un orfanatrofio. Partendo da alcuni vestiti di alta moda e passando attraverso la storia del profumo-icona Chanel N.5, “Mademoiselle Privé” parlerà anche dell’incursione di Coco Chanel nel mondo della gioielleria, con le sue creazioni scintillanti e affusolate come comete, vezzose come il collare di un gatto, ondeggianti come la gonna di una danzatrice. La collezione si chiamava, in maniera chanellianamente semplice “Bijoux de diamants”, “Gioielli di diamanti”, e veniva così presentata dalla stilista: «Il diamante rappresenta, con la sua densità, il valore più alto con il volume più piccolo».
IMMAGINI
Pur nella loro opulenza, questi oggetti splendidi colpiscono per la loro semplicità, per la nettezza del disegno e dell’idea che c’è dietro. «Mi sono servita del mio gusto per quello che brilla per tentare di conciliare, con le parure, l’eleganza e la moda – proseguiva la Chanel, secondo cui – i mezzi più diversi sono legittimi, nella mia professione, purché vengano impiegati solo nel senso più vero della moda. La ragione che mi aveva portata inizialmente ad immaginare dei gioielli falsi è che li trovavo privi di arroganza in un’epoca di fasto troppo facile».
La decisione di passare alle pietre preziose viene spiegata così: «Questa considerazione viene meno in un periodo di crisi finanziaria in cui, per ogni cosa, rinasce un desiderio istintivo di autenticità che riporta al suo giusto valore una divertente paccottiglia».